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Germania: il partito di governo propone un blocco degli affitti: “diamo respiro agli inquilini”

L’esplosione dei costi degli affitti, in Germania, sta raggiungendo rapidamente livelli critici in molte città. Tristemente nota è la situazione di Berlino, dove gli aumenti hanno reso la ricerca di spazi abitativi sempre più difficile, soprattutto per i ceti medio-bassi. Il clima è però estremamente teso anche in molti altri centri urbani. In risposta a questa crescente preoccupazione, l’SPD propone di intervenire con misure decise sul mercato immobiliare, allo scopo di garantire una maggiore protezione agli inquilini. La proposta chiave avanzata dall’SPD è quella di introdurre un “blocco degli affitti” a livello nazionale per un periodo di tre anni.

Secondo Verena Hubertz, vice capogruppo parlamentare del partito, la misura si rende necessaria per “dare un po’ di respiro agli inquilini”. L’SPD, ha dichiarato Hubertz al Bild am Sonntag, individua l’urgente necessità di agire di fronte ai notevoli aumenti degli affitti e all’incremento drastico dei costi accessori e di riscaldamento – situazione esacerbata dalla guerra in Ucraina e dai conseguenti aumenti dei costi energetici.


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La proposta non prevede un blocco degli affitti totale, ma pone limiti rigidi agli aumenti da parte dei locatori

La proposta non prevede blocco degli affitti totale e senza eccezioni, ma limita il margine di manovra dei proprietari. Nelle zone con un mercato immobiliare particolarmente difficile, gli aumenti sarebbero consentiti solo fino al 6% in tre anni e fino al raggiungimento dell’affitto comparativo locale – ovvero sarebbero possibili solo per quegli appartamenti il cui canone di affitto si trovasse al di sotto dell’indice locale. Questo costituirebbe un significativo cambio di passo rispetto ai limiti attualmente in vigore, che è del 20% in tre anni nelle aree “normali” e del 15% in quelle con un mercato immobiliare particolarmente “sofferente”. Nell’accordo di coalizione, i partiti del semaforo avevano già concordato di abbassare questo limite all’undici per cento – ma l’SPD ritiene che la situazione sia degenerata al punto da rendere necessario un approccio ancora più rigoroso.

Verena Hubertz
Verena Hubertz.
Foto: Annika Krüger

Lunedì, nel corso della riunione a porte chiuse del gruppo parlamentare del Bundestag, si è discusso un catalogo di misure per una maggiore tutela degli inquilini.

SPD: scetticismo sugli indici locali e sugli standard energetici.

La proposta non si limita ai limiti sugli affitti, intesi in senso generale. Un documento, citato dall’agenzia di stampa dpa e discusso in una riunione operativa a Wiesbaden, chiede anche una soluzione per i contratti di locazione indicizzati. Questi affitti, che sono legati al tasso di inflazione, sono diventati un problema perché i prezzi – e quindi gli affitti – sono aumentati bruscamente a causa della guerra in Ucraina. “La precedente regolamentazione ha portato in molti casi ad aumenti degli affitti superiori al 10% all’anno”, sostiene l’SPD. Per questo, il partito propone di collegare gli affitti indicizzati all’andamento generale dei canoni netti, anziché al tasso di inflazione. Come minimo, in ogni caso, dovrebbe essere introdotto un “tetto effettivo” per questi contratti.

Infine, il gruppo parlamentare SPD ha espresso un certo scetticismo nei confronti degli standard energetici per i nuovi edifici, dei quali si è discusso a lungo negli ultimi anni. I socialdemocratici sostengono di voler continuare a sostenere il rispetto dell’attuale standard EH40 nelle nuove costruzioni, intervenendo anche attraverso sovvenzioni, senza imporre al momento standard di efficienza ancora più elevati, che porterebbe a ulteriori incrementi dei costi di costruzione.

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