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Germania e Covid: no ai test obbligatori per chi arriva dalla Cina

La nuova ondata di Covid in Cina ha spinto molti Paesi, fra i quali l’Italia, a imporre test Covid per tutti i viaggiatori provenienti dal Paese asiatico. La Germania, tuttavia, ha fatto una scelta diversa, almeno per il momento. I tre partiti della coalizione di governo (SPD, Verdi ed FDP) sono infatti contrari a introdurre test obbligatori per chi arriva dalla Cina, come invece era stato richiesto dai cristiano-democratici della CDU/CSU.

SPD, Verdi ed FDP contrari ai test obbligatori per chi arriva dalla Cina

Heike Baehrens, esperta di sanità dell’SPD, ha dichiarato lunedì a Die Welt di non trovare appropriata tale misura e men che meno un divieto di ingresso, ma ha sottolineato che la situazione in Cina va osservata con attenzione “per reagire se necessario”.

Heike Baehrens, SPD

Dello stesso avviso il suo omologo dei Verdi Janosch Dahmen, che ritiene “irrealistico” pensare di impedire l’ingresso al virus nel Paese imponendo limiti ai voli diretti o restrizioni ai viaggi. Strumenti più efficaci sarebbero, secondo Dahmen, l’uso della mascherina nei luoghi chiusi, i test per chi deve entrare in contatto con soggetti a rischio e l’implementazione delle norme igieniche che tutti conosciamo. In ogni caso, ha aggiunto, “Nuove varianti di virus molto più pericolose sono piuttosto improbabili, ma possibili”. Del resto questa è anche l’opinione che il virologo Christian Drosten ha recentemente espresso in una ormai celebre intervista al Tagesspiegel.

Janosch Dahmen
Janosch Dahmen, Verdi
Turnbeutel85, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons

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Anche Christine Aschenberg-Dugnus ha fatto riferimento implicitamente a questa particolare dichiarazione di Drosten e ha messo in guardia contro chi fomenta il panico. “In Germania siamo in una fase endemica, abbiamo un’immunizzazione di base superiore al 95%, sono disponibili vaccini efficaci” e pertanto, ha affermato, non ci sono ragioni per nuove misure protettive.

L’unico a non pensarla così è il ministro della sanità Karl Lauterbach (SPD) che su Twitter ha parlato di varianti nuove e più pericolose in arrivo non solo dalla Cina.

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