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Boris Johnson e le conseguenze della Brexit: dopo il no dei polacchi, invitati i camionisti tedeschi

La crisi dell’approvvigionamento di carburante nel Regno Unito è la più recente conseguenza della Brexit, nonché una delle più gravi fino a questo momento. Nelle ultime settimane, infatti, la carenza di lavoratori essenziali, primi fra tutti gli autotrasportatori, ha interrotto la catena delle forniture sull’isola, portando alle lunghe code davanti ai benzinai, le cui immagini hanno fatto il giro del mondo, e alla penuria di beni di prima necessità sugli scaffali dei supermercati.
Nel tentativo di risolvere la situazione, il governo di Boris Johnson ha creato un programma di visti temporanei dedicato ai camionisti polacchi, nella speranza di convincerli a tornare in tempo per far ripartire il Paese prima delle feste natalizie. L’invito è stato però declinato, sia perché le spese di trasferimento non sarebbero state ammortizzate da una permanenza di soli tre mesi (tanto durava il visto ideato dal governo britannico) sia perché i polacchi sono stati fra i cittadini europei più duramente colpiti dalla Brexit e oggetto dei peggiori pregiudizi da parte dei suoi promotori e, comprensibilmente, non vedono di buon occhio l’Inghilterra né sentono il bisogno di precipitarsi a togliere le castagne dal fuoco ai Tory. Per questo, l’ultima risorsa del ministero dei trasporti inglese sembrano essere i camionisti tedeschi.

Camionisti tedeschi cercasi, anche senza esperienza

In questi giorni, migliaia di lettere sono state inviate dalle autorità inglesi ai detentori di patenti tedesche rilasciate entro il 1999, con una richiesta da parte del governo di Sua Maestà affinché i destinatari considerino di “tornare” a lavorare come autotrasportatori – indipendentemente dal fatto che abbiano mai effettivamente lavorato in questo settore.

Perché questo improvviso interesse per i camionisti tedeschi? Perché le patenti standard emesse in Germania fino al 1999 permettevano di guidare, oltre alle normali autovetture, anche camion di piccole e medie dimensioni, fino a 7,5 tonnellate. Visto che i veri autotrasportatori polacchi non ne vogliono sapere, insomma, dall’Inghilterra si chiede ai potenziali autotrasportatori di tutta la Germania di salvare la situazione, contando più sulla burocrazia che sull’esperienza.


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E se, nella risposta di un camionista polacco espulso a causa della Brexit alla proposta di tornare per tre mesi si avvertiva una certa quantità si Schadenfreude, nelle risposte dei  tedeschi il sentimento prevalente è la perplessità. Molti dei destinatari delle lettere, infatti, non hanno mai guidato un veicolo più pesante di un’utilitaria e non hanno la minima esperienza nel settore della logistica, molti hanno carriere ben avviate e nessuna intenzione di trasferirsi né a breve né a lungo termine.

Eppure le lettere sono state inviate a tappeto, con quello che si può supporre un investimento di risorse notevole. Resta il fatto che, per chi ha una patente tedesca e almeno 40 anni, non è mai stato così semplice trovare lavoro, per quanto a tempo determinato, in Inghilterra. Se pure qualcuno dovesse accettare l’invito, tuttavia, è quantomeno lecito dubitare che il contributo tedesco basti a colmare entro Natale la carenza che al momento si conta in circa 100.000 autotrasportatori.

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