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Infermiera sospetta antivax somministrava soluzione salina. Migliaia di persone da rivaccinare

Migliaia di persone nel circondario della Frisia, in Bassa Sassonia, potrebbero aver ricevuto un “falso vaccino” dopo che un’infermiera ha riempito le siringhe con una soluzione salina, invece che con il vero preparato.

Soluzione salina al posto del vaccino: la conferenza stampa di martedì

La notizia è stata annunciata dalle autorità nella giornata di martedì, nell’ambito di una conferenza stampa a Jever. Secondo Heiger Scholz, capo dell’unità di crisi Coronavirus, la donna potrebbe aver agito non per errore, ma al fine di boicottare la campagna vaccinale.

Tim Reckmann from Hamm, Deutschland, CC BY 2.0 <https://creativecommons.org/licenses/by/2.0>, via Wikimedia Commons

Migliaia di persone dovranno vaccinarsi nuovamente

Il periodo preso in considerazione è compreso tra marzo e aprile 2021 e si ritiene che per questo circa l’8,7% della popolazione del circondario dovrà essere vaccinata nuovamente, in quanto potenzialmente esposta al Covid19. “Stiamo parlando di un totale di 8557 persone che potrebbero non aver ricevuto una protezione vaccinale, completa o parziale, anche se presumono il contrario” ha dichiarato il presidente del circondario della Frisia, Sven Ambrosy. Sono a rischio anche gli appartenenti al cosiddetto “secondo gruppo prioritario” e cioè persone di età superiore ai 70 anni.

Potrebbero aver ricevuto un finto preparato le persone che si sono vaccinate in particolare presso il centro vicino a Schortens, tra il 5 marzo e il 20 aprile. E che sono ora chiamate a farsi avanti per ricevere la vaccinazione eventualmente mancante.

I fatti di aprile: errore o dolo?

I preparati “boicottati” dall’infermiera, che è stata nel frattempo licenziata, erano Biontech, Moderna e Astrazeneca.

La donna aveva ammesso già ad aprile di aver riempito sei siringhe con una soluzione salina invece del vaccino Biontech, il giorno 21. In quella circostanza aveva dichiarato di aver accidentalmente fatto cadere una fiala e di aver cercato di nascondere il danno causato. Era stata in seguito indagata per lesioni dalla polizia e dalla procura.


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La donna potrebbe aver agito in più di un caso

Ombre molto più fitte si stanno tuttavia addensando sull’episodio, dando vita a quella che il Berliner Kurier definisce “la più grande operazione post campagna vaccinale del Land“. Il vice-capo della polizia di Wilhelmshaven/Friesland, Peter Beer, ha infatti dichiarato che gli interrogatori dei testimoni forniscono indicazioni concrete “che suggeriscono che la donna non abbia agito solo in questo singolo caso“.

Beer ha inoltre dichiarato che l’accusata aveva criticato le misure del governo contro il Corona prima del 21 aprile e divulgato informazioni “critiche” sulla pandemia tramite una chat. Secondo lo Spiegel, inoltre, la donna aveva paragonato la pandemia all’influenza sui social media e condiviso una caricatura diffamatoria su WhatsApp, che circolava tra i cosiddetti teorici della cospirazione.

Von SPD in Niedersachsen – originally posted to Flickr as Sven Ambrosy, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=8458746

La difesa dell’accusata, l’attacco del capo dell’unità di crisi

Tramite i suoi avvocati, l’accusata ha continuato a sostenere la tesi dell’incidente isolato del 21 aprile, così come ha respinto di aver agito per un motivo “politico”.

Molto duro è invece il capo dell’unità di crisi della Bassa Sassonia, Heiger Scholz, il quale ha dichiarato che le indagini hanno dimostrato che quanto ammesso dalla donna all’epoca fosse “probabilmente falso” e che ci siano, invece, chiare indicazioni del fatto che l’accusata “abbia inoculato la soluzione salina su larga scala, in quanto antivax“. Scholz ha inoltre aggiunto: “È davvero perfido intrufolarsi in un centro di vaccinazione, con l’intenzione di fare qualcosa del genere, e ingannare le persone che sperano nella protezione offerta dal vaccino”.

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