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Frattura nel movimento dei Querdenker: volano stracci tra i capi

Il movimento dei Querdenker sta letteralmente implodendo sotto le pressioni dei suoi conflitti interni e volano stracci tra quelle che un tempo erano le guide del cosiddetto “pensiero laterale”. Dopo il raduno di Berlino, che nelle intenzioni degli organizzatori avrebbe dovuto indurre il governo alle dimissioni, i Querdenker contemplano piuttosto la crisi endemica del loro stesso direttivo.

Questo fenomeno è stato analizzato nel dettaglio dal quotidiano tedesco Tagesspiegel, che in un pezzo dal titolo “Il movimento Querdenken è distrutto“, a firma di Sebastian Leber, ha descritto in modo esaustivo le dinamiche di questa spaccatura.


600 arresti

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Michael Ballweg aspramente contestato nel movimento dei Querdenker

Partiamo da Michael Ballweg, fondatore del movimento Querdenken 711 e a lungo suo simbolo. Recentemente il leader di Stoccarda è stato pesantemente criticato da altri attivisti.

Gli si rimproverano mancanze che vanno dall’ingenuità all’incompetenza, gli si contesta di avere contatti con l’estrema destra rappresentata dai nostalgici del Terzo Reich, i cosiddetti Reichsbürger, e gli si chiede come siano stati impiegati i soldi delle donazioni. La discussione si è accesa in particolare su Telegram, Youtube e altre piattaforme online.

A queste accuse Ballweg ha risposto affidando a una videocamera il suo amaro sfogo e ha commentato il suo calo di popolarità dichiarando che ci sono attivisti che “criticano sempre tanto, ma poi non fanno nulla”. Ha inoltre aggiunto che ci sono forze che vogliono “dividere la scena” e che tutto questo è “faticoso ed estenuante”.

Nel frattempo stanno nascendo nuove teorie del complotto in base alle quali ci sarebbero infiltrati del governo all’interno del movimento, utilizzati come cavalli di Troia allo scopo di sabotare la protesta popolare.

Ciondolo di carta stagnola, simbolo dei Querdenker. Siesta, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons

Michael Ballweg contro Markus Haintz

In questo clima già poco sereno si inserisce lo scontro campale tra Michael Ballweg e l’avvocato Markus Haintz, in passato suo stretto confidente e diventato adesso suo acerrimo nemico.

Haintz accusa Ballweg di aver danneggiato a tal punto il movimento Querdenken 711 da aver reso forse necessario, per il futuro, addirittura un cambiamento del nome della protesta. Non che Haintz sia esente da critiche, considerando che nel fine settimana si è segnalato per aver urlato a lungo contro degli agenti di polizia e aver risposto in modo aspro agli attivisti che gli chiedevano lumi su come dovessero comportarsi.

Le accuse reciproche dei due ex amici: volano stracci

Sia Haintz che Ballweg hanno pubblicato dei video in cui si attaccano reciprocamente, muovendosi accuse specifiche.

In particolare, Haintz ritiene Ballweg responsabile per il fatto che il movimento sia attualmente sorvegliato dall’Ufficio per la protezione della Costituzione, mentre Ballweg accusa l’ex amico di aver portato sul palco di una manifestazione un noto estremista di destra. Haintz nega di averlo fatto e in compenso accusa il fondatore di Querdenken 711 di avere contatti con coloro che dichiarano di appartenere al cosiddetto “Regno di Germania” (Königreich Deutschland), pseudo-stato creato da persone che rivendicano l’indipendenza dalla Repubblica Federale.

Polizia disperde i manifestanti a Berlino, il 18 novembre del 2020, durante una protesta contro le restrizioni. By Leonhard Lenz – Own work, CC0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=96285859

Accuse e lacrime per due teoriche del complotto

Notevoli sono inoltre le tensioni tra due note teoriche della cospirazione, Vicky Richter ed Eva Rosen. Le due si sono contese spazio e visibilità sul palco di una manifestazione. Vicky Richter, in particolare, ha stigmatizzato pubblicamente e sarcasticamente la “collega”, quando l’ha vista guadagnare il microfono.

In compenso Eva Rosen ha girato un video in cui scoppiava in lacrime, dichiarando di non poter più pagare l’affitto a causa delle diminuite donazioni e invitando i suoi supporter a non smettere di aiutarla economicamente. E questo è un punto fondamentale.


querdenker

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Un problema concreto: arrivano meno donazioni

Uno dei problemi legati alle lotte intestine interne al movimento, infatti, è proprio la diminuzione progressiva delle donazioni spontanee. In passato molti attivisti ne avevano beneficiato, ma le cose stanno cambiando e il flusso di quanto versato dai supporter nelle tasche dei capi del movimento dei querdenker si è notevolmente affievolito.

Un altro problema: contenuti rimossi in quanto fake news

Un altro problema che alcuni militanti del movimento dei Querdenker stanno incontrando è il fatto che piattaforme come Facebook, YouTube e Instagram siano molto più attive nel rimuovere fake news. E questo a volte porta all’eliminazione persino di interi canali. Il noto cospirazionista Matthäus Westfal, presente l’anno scorso durante il tentato assalto al palazzo del Reichstag di Berlino, si è visto rimuovere da Youtube circa 500 video. Grande è stata la sua costernazione: “È sparito più di un anno di duro lavoro!” ha commentato.

A coloro che vengono bloccati sulle piattaforme principali, non resta che migrare su portali come VeeZee. Ma si tratta di nicchie in cui si predica ai convertiti, senza avere la possibilità di avvicinarsi neanche lontanamente al pubblico raggiunto in precedenza, né tantomeno alle entrate pubblicitarie che premiano i grandi numeri sui social.

Sta morendo in culla il partito Die Basis

Brutte notizie anche per quanto riguarda Die Basis, partito non convenzionale che puntava addirittura al Bundestag. Al suo interno, infatti, è in corso uno scontro radicale fomentato soprattutto dai teorici della cospirazione Reiner Fuellmich e Viviane Fischer, che gestiscono a Berlino l’autoproclamato “Comitato-Corona”.

Fuellmich attacca i rivali interni, che definisce “mezze cartucce” infiltrate nel partito per praticare una sorta di “terrorismo di retrovia”. Li accusa inoltre di cercare di compensare “il loro essere insignificanti” attaccando persone come lui, con cui “non possono neanche iniziare a competere”.

Manifestazione di Querdenker a Lipsia, bel 2020 Roy Zuo, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons

“Forse il vaccino non è come l’Olocausto”

Il partito ha risposto per bocca del suo portavoce, e come prima cosa ha invitato Reiner Fuellmich a smettere di paragonare la vaccinazione contro il Covid19 con l’Olocausto. E il motivo è che “Non ci sarebbero abbastanza prove che la riduzione della popolazione sia l’unico obiettivo di chi sostiene la vaccinazione”. Incredibile ma vero.

Fuellmich e Fischer sono stati inoltre invitati a non divulgare “ulteriori calunnie”, inquinando l’atmosfera con “inganni, bugie e tradimenti” e causando problemi economici. Anche nel caso di Die Basis, infatti, le violente lotte interne hanno prodotto un massiccio calo di donazioni, come sottolineato dal portavoce del partito.

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