Celebrazioni e commemorazioni alla porta di Brandeburgo: qualcuno comincia a protestare

Photo by jonathanorjack©
pride Brandenburg Gate photo
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La Porta di Brandeburgo, oltre ad essere un monumento identificativo di Berlino e della sua storia, è anche uno dei simboli dell’aggregazione sociale e turistica che caratterizza la città. Non c’è evento, commemorazione o celebrazione, che non abbia luogo nella piazza antistante. Molto spesso viene usata per proiezioni di ogni tipo, è quasi diventata arte contemporanea animata, che riflette gli umori di folle festanti o piangenti, a seconda delle circostanze.
Pare siano almeno cento all’anno, le occasioni che vedono migliaia di persone assieparsi davanti all’imponente struttura in stile neoclassico, la cui costruzione è iniziata nel 1788.
Questo ha portato la Germany’s Carl-Gotthard-Langhans Society, che prende il nome dall’omonimo architetto reponsabile della progettazione della Porta, a protestare vivacemente. A questo proposito è stata lanciata anche anche una petizione che si prefigge, nelle intenzioni dichiarate, di recuperare uno spazio divenuto set di una serie di eventi pubblici che non necessariamente hanno davvero a che fare con i berlinesi. Di questi eventi si critica inoltre il rumore, la confusione, l’ostruzione visiva e l’impossibilitá di transitare liberamente.

Non è la prima volta che questo accade, considerando che ai tempi della Loveparade, che originariamente si snodava lungo Straße des 17. Juni, che attraversa il parco del Tiergarten, si verificarono tanti di quei danni alla vegetazione che l’evento venne trasferito addirittura all’esterno della città.
Per quanto riguarda la porta di Brandeburgo, invece, non tutti sono d’accordo con la severa posizione assunta dai promotori della petizione. Molti pensano infatti che senza la folla che di tanto in tanto si raduna dando vita al Pride, ai festeggiamenti per la coppa del mondo o animando concerti esclusivi, la zona finirebbe per svuotarsi e divenire non bella da guardare né da vivere. Il dibattito è ancora aperto. Ricordiamo comunque che giá altri divieti hanno in qualche modo “regolato” la vita di Parisier Platz. Pensiamo per esempio al divieto di banchetti per gli hot dog o ai colorati performer che un tempo la popolavano e che adesso non possono piú esibirsi in quell’area per non compromettere l’ufficialitá delle vicine sedi del potere politico.