Humboldt, una cartolina da Mitte

Photo by geoterranaute
Umboldt photo
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di Nora Cavaccini

Chi l’avrebbe detto che sarei rimasto bloccato qui, proprio io che così a lungo ho viaggiato.
Io che ho visto l’equatore, ho attraversato la Siberia fino al confine cinese e mi sono spinto in terre sconosciute, esplorando l’America del Sud quando ancora si sapeva poco di essa, primo europeo a scalare le cime del vulcano Pichincha, con appresso un igrometro, un termometro, un barometro, un eudiometro, e con tanti altri strumenti di valutazione perché a me, la terra, piaceva misurarla, e volevo anzi scrivere un libro che la racchiudesse tutta quanta e per poco ci sono anche riuscito.
Secondo nella fama solo a Napoleone, ho esaminato le piante, i pesci del mare e gli uccelli del cielo; ho scoperto alcune specie animali e ho dato loro un nome. Poi, incauto, ho dilapidato tutta la mia ingente eredità e il mio cospicuo patrimonio e neppure nei viaggi, ahimè, ma in una serie di costosissimi lavori su rame che dessero testimonianza delle mie ricerche e dei luoghi che avevo visitato. E allora sì, lo ammetto, non c’è bisogno che mi guardi in quel modo, studentello sbarbato al tuo primo anno di corso… è vero. Ho dovuto fare in quelle circostanze anche qualche compromesso politico, e ho rappresentato la Prussia al Congresso di Vienna, proprio quello là, e ho sottostato ai voleri del re prima, e dello zar poi, quando l’unica cosa che mi interessava, credimi, era fare ricerca sull’acqua del Mar Caspio e sui fenomeni magnetici, che se invece avessi potuto dire la mia, come in seguito feci, sarebbe stata a favore dei rivoluzionari e contro la tirannia.
Ma che dirti? Colpa della smania di muovermi e di esplorare.
Io, a differenza di mio fratello laggiù, non volevo solo figurarmela nei suoi incastri di logica e di pensiero, ma comprenderla tutta, questa terra qua, questo globo tondo che ora ho sotto le chiappe come fosse una seggiola qualunque.
Entrambi abbiamo smesso da un pezzo di girare.
La vita, sai, può diventare d’un tratto noiosa.
Per cui non adagiarti ma trovati presto qualcosa che non vedi l’ora di fare.
E adesso vai, fila via, comincia la tua lezione.

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