“Eine Pizza Quattro Stazioni”

© tamasrepus / CC BY-SA 2.0
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di Nora Cavaccini*

Ein mal Quattro Stazioni, bitte.
Quattro stagioni. Si dice quattro stagioni, porco cazzo.
Io ti dico, davvero, non capisco perché i tedeschi facciano tutti questo errore.
Posso capire lo zalami; guarda, perfino mi spingo a comprendere gli spagetti.
Però, dai, pur nelle differenze di fonemi e di suoni, non si può confondere una “g” con una “zeta”… non credi anche tu?
E poi mi rovina tutto il senso. Quella è una Quattro Stagioni.
Non ridere, dico sul serio, è una pizza che se è fatta bene è un capolavoro.
C’ha un profumo tutto suo e vuoi sapere perché? Perché gli ingredienti si alternano, si rincorrono l’uno l’altro come le stagioni in un anno che passa, come in quelle della vita.
Ci sta tutto, lì dentro. Lascia stare poi che io ho le mie fisime, e che associo i carciofini all’inverno e le olive all’estate… il punto è che tu non me la puoi storpiare in una Quattro Stazioni. Non mi puoi mutare forma e contenuto, significato e significante, e trasformare tutto in un’immagine di luoghi in cui passano i treni.
Magari pure con un cantiere nel mezzo.
Che poi vedi, io mi figuro subito, che so, la struttura metallica di Hauptbahnhof, l’RB14 sul binario 1 di Alex, o persino la stazione di Chiusi Chianciano Terme da cui vengo io.
Non ridere. Sì lo so, me lo dicono da quando sono bambino che c’ho una fervida immaginazione, ma il fatto è che le cose stanno così: benché io in tedesco faccia errori molto più grossolani, e benché dovrei essere io a dovermi correggere perché vivo qui, guarda, però, mi voglio erigere invece ora a purista della mia lingua, sfoderare tutti i miei diplomi, e pretendere adesso, qui, che questa pizza Quattro Stagioni sia pronunciata come si deve, correttamente, rendendo onore al suo significato, alla sua completezza, al suo… eh? che dici? Ah è pronta! Scusa, scusa, eccomi. Dove va?
Tavolo due uno, giusto, giusto. Vado.
Also… bitte, die Quattro Stagioni…?
Hier! Danke! Die Quattro Stazioni ist meine.
Vabbè, niente, come non detto, io ci rinuncio…


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*Questo post è stato pubblicato originariamente su Povera Ma Sexy – Postkarten aus Berlin, un progetto di Nora Cavaccini. Segui il progetto su Facebook.

Povera Ma Sexy – Postkarten aus Berlin è un “viaggio” fisico e letterario a Berlino. Un percorso che nasce dall’esperienza personale di chi scrive ma che, al tempo stesso, può rappresentare una via alternativa per scoprire la città. Per tutti coloro che, in un modo o nell’altro, ne subiscono il fascino. Berlinesi e non.

Ogni post è costituito da un breve un racconto. A ogni racconto è associata una mappa. Qui, cliccando sugli indicatori, comparirà una descrizione. Si tratta di informazioni “turistiche” che non mirano ad essere esaustive ma a collocare meglio il racconto nei luoghi che lo hanno ispirato.