«Lavoro in ostello a Berlino: vi racconto la mia vita avventurosa»

[© mini-marjol on Flickr / CC BY 2.0]
mini-marjol on Flickr / CC BY 2.0]

Abili falsari travestiti da cantanti country svedesi, rugbisti francesi con una passione per gli estintori e i copricapi eccentrici, clienti che ricorrono alla corruzione pur di concedersi la birra della buonanotte.

La vita in ostello, in una città cosmopolita ed affollata come Berlino, è decisamente avventurosa. Se osservata da dietro il bancone di una reception, poi, diventa ancora più interessante.

Valentina, ragazza italiana residente nella capitale tedesca da un anno e mezzo, lo sa bene: lavorando in una struttura da 700 posti letto nel centro della città, assiste quasi ogni giorno ad episodi al limite del surreale, che ora ha deciso di condividere in un divertentissimo blog.

Hostellife è online da poco più di un mese, ed è diventato già una delle nostre letture preferite. Abbiamo incontrato Valentina per farci raccontare la sua esperienza, tra viaggiatori particolari e turni di notte.

Com’è nata l’idea del blog?
In ostello ogni santo giorno succede qualcosa che merita di essere raccontato. Ho deciso di aprire questo blog soprattutto per me stessa, per mio divertimento personale e per rendere indelebili dei ricordi che non voglio far svanire. Ma anche perchè sicuramente so che posso regalare dei sorrisi.

È la tua prima esperienza di lavoro nel settore turistico?
No, anzi, posso dire di essere una veterana: ho lavorato per due anni come receptionist su navi da crociera e poi in hotel, in Italia. Il lavoro per l’ostello l’ho trovato casualmente, in realtà. È stato in assoluto il primo colloquio di lavoro che ho fatto a Berlino: ero in Germania da appena un paio di settimane, e sinceramente mi ero presentata più che altro per capire come si svolgeva il colloquio e quali fossero le principali domande in modo da prepararmi meglio per colloqui futuri. Ma la fortuna ha voluto che mi assumessero subito!

Quali sono state le esperienze più divertenti e sorprendenti, finora?
Di esperienze sorprendenti ce ne sono diverse e sono un pochino lunghe da spiegare. Una cosa però breve ma comunque molto intensa mi è accaduta l’estate scorsa mentre facevo il turno di notte. Erano circa le quattro di notte e nella hall c’erano ancora una decina di clienti intenti a bere e scherzare. Ad un certo punto due di loro sono venuti di fronte a me e si spogliati completamente. Hanno tolto tutti i vestiti lanciandoli in aria. Dopodichè sono usciti dall’ostello correndo. Hanno attraversato la strada di fronte (che non è esattamente una viuzza) e sono tornati indietro rivestendosi e risedendosi come se nulla fosse accaduto.

Con una clientela proveniente da tutto il mondo, non possiamo resistere ad una classifica: quali sono le nazionalità più insopportabili e perché?
Non mi piace generalizzare, ma spesso i clienti più insopportabili sono russi, brasiliani (soprattutto le ragazze) e, sorpresona, i tedeschi. I clienti tedeschi hanno sempre qualcosa di cui lamentarsi e sono i più esigenti. Anche i cinesi in ogni caso non scherzano…

C’è stata una volta in cui hai detto: basta, ora mollo?
Il primo mese pensavo di mollare ma non solo il lavoro in sé ma proprio la vita in Germania. Nuova nazione, nuova città, nuova casa, nuovo lavoro, nuovi colleghi… tutto da sola e in lingua tedesca! Non è stato esattemente facilissimo.

Sembri comunque innamorata del tuo lavoro. Qual è il lato negativo, se c’è?
Come in tutte le cose anche in questo lavoro ci sono degli aspetti negativi. Vedendo in continuazione backpackers che si prendono un anno sabbatico per viaggiare per il mondo è difficile resistere alla tentazione di fare lo stesso. E l’invidia nei loro confronti diventa ogni giorno più forte.

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