CYBERlin – Studiare il mondo Internet che viene, a Berlino

Metropolis, Fritz Lang

“Internet e Società”. “Internet è Società?” “Internet è Società !”

Metropolis, Fritz Lang

Internet e società. Viviamo anni in cui questo rapporto, nella sua corta storia (Internet è nato 40 anni fa, il Web 20), è alla base dell’attuale spirito del mondo. Siamo effettivamente all’inizio di una nuova era di cui, in verità, si è ancora deciso poco. Ma di cui è difficile non sentire il bisogno di scoprire/creare qualcosa.

Questa rubrica si chiama CYBERlin, perché Berlino suggerisce ogni giorno qualcosa sulle reti interconnesse e permette di gettarsi dentro al cyberspazio. Ma anche perché questa città è oggi un’avanguardia della web economy e, più ampiamente, un laboratorio digitale. Ed è in questa ecologia che a Berlino c’è anche un’entità ambiziosa e importante come l’Alexander von Humboldt Institut für Internet und Gesellschaft (HIIG). L’Istituto è nato allo scopo di promuovere l’analisi (accademica) sul tema di Internet e della società, cercando di cogliere le interrelazioni tra le evoluzioni della Rete e le concreti problematiche sociali, legali e politiche.

Hai detto niente. Più che un Istituto, “Internet e Società” è un macrocampo di studi. Negli USA la ricerca accademica sul tema è abbastanza avanti, tanto da aver raggiunto anche nuove idee come la cyborg-antropologia o studi di nicchia come i fenomeni di religiosità digitale. In Europa l’approccio conoscitivo alla Rete è ancora sparso per le singole iniziative di vari dipartimenti, tecnologici o umanistico-sociologici. Tra i miei preferiti, in Italia ci sono realtà come il torinese NEXA, mentre Amsterdam offre le analisi non convenzionali dell’Institute of Network Cultures. Tutte iniziative molto specifiche ed eterogenee, tra le quali l’HIIG berlinese sembra essersi affacciato in maniera più massiccia.

L’HIIG è nato da 4 differenti istituzioni accademiche tedesche (la Humboldt Universität zu Berlin (HU), la Universität der Künste (UdK), la Wissenschaftszentrums Berlin für Sozialforschung (WZB) e l‘Hans-Bredow-Institut für Medienforschung di Amburgo). Da queste realtà si muovono 4 direttori, accademici, che segnano il passo sulle 4 aree in cui si sviluppa la ricerca dell’HIIG. Aree che, di nuovo, ci dimostrano che si stanno iniziando a prendere di petto argomenti che sono diventati velocemente strutturali e determinanti nelle società in cui viviamo:

Policy & Governance
Internet and Constitutionalism
Internet-enabled
Innovations and Economy
Internet and Media Regulation

Di nuovo, hai detto niente. Soprattutto se poi si vanno a vedere quali sono le sottoaree dei progetti dell’HIIG. Cioè gli argomenti su cui partono le effettive analisi e, ancora più importante, si sviluppano i dottorati. Si va dalla governance dei social media alla libertà di espressione online, dalla open science fino ad arrivare alla futurologia partecipativa. Senza dimenticare gli studi su e per un costituzionalismo globale della Internet Age. Settori in cui la ricerca e l’elaborazione teorica (e teoretica) hanno possibilità ed energie considerevoli. Come dire…qua si prova a prendere il futuro per i capelli.

Quello che sembra più stimolante è l’approccio dichiaratamente e fortemente interdisciplinare dell’Istituto, cioè un atteggiamento, anche mentale, che nell’era digitale è irrinunciabile. Per ora, dalla sua nascita nell’Autunno 2011, l’Istituto ha organizzando simposi, pubblicazioni, eventi scientifici e accolto studenti dei vari settori.

A dire il vero, c’è chi dice che l’HIIG abbia, fino ad oggi, mantenuto un certo distacco tipicamente accademico dalla babele internettiana che si muove a Berlino. Una cosa che non piace a chi crede che con la Rete, prima di giudicarla e proporre come organizzarla, bisogna sporcarsi le mani. Dal canto suo l’Istituto rivendica apertamente la propria autonomia, anche dalle stesse istituzioni accademiche che lo ospitano/supportano. Un autonomia che dovrà servire per interagire al meglio con le realtà sociali, politiche ed economiche interessate a capire e agire Internet.

Un profilo non perfettamente accademico sancito dall’atto di nascita dello stesso HIIG. L’HIIG non è figlio dell’Università classicamente intesa, ma di un incontro tipico nella nuova società digitale. Chi lo ha finanziato allora? Chi ha messo il nutrimento materiale ad un dispiego di volontà di conoscenza così completo e contingente?

L’HIIG è partito con un finanziamento da startup berlinese, si potrebbe dire. Da parte di chi?
4,5 milioni di euro.
Sì, ma chi ce li ha messi?
Ce li ha messi Google.
Hai detto niente.

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