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Verdi tedeschi in crisi: il partito approva le riforme sul diritto d’asilo in UE, la base protesta

I Verdi tedeschi si trovano in una situazione di crescente conflitto interno a seguito del recente “sì” dato dalla coalizione di governo, della quale il partito fa parte, alla riforma del diritto di asilo nell’Unione Europea. Mentre la leadership del partito cerca di difendere l’accordo di Bruxelles come un successo, la base del partito esprime crescenti dubbi e insinua che il partito stia tradendo i propri valori.

Forse era proprio questa l’accusa che la Ministra degli Esteri Annalena Baerbock voleva evitare, quando, prima ancora che la decisione sulla riforma fosse annunciata, ha commentato l’accordo dicendo “Abbiamo lottato duramente e con successo a Bruxelles fino all’ultimo minuto per garantire che non ci fosse un indebolimento degli standard umanitari minimi”. Tuttavia, le sue rassicurazioni sono servite a poco e la situazione interna al partito è molto più complessa di quanto sembri. Molti membri ritengono che la riforma europea del sistema di asilo sia disumana e contraria ai principi umanitari che i Verdi hanno sempre espresso. Dopo tutto, il partito ha guadagnato decine di migliaia di nuovi membri, dopo il 2015, proprio in ragione del sostegno manifestato ai rifugiati.


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Critiche alla riforma del sistema d’asilo

Britta Haßelmann, leader del gruppo parlamentare dei Verdi, ha dichiarato poco dopo di aver accolto con favore i miglioramenti apportati al testo approvato. La leadership dei Verdi, insomma, ci tiene a far sapere alla base che il ruolo del partito nella negoziazione dell’accordo sullo scacchiere europeo è stato quello di garante dei diritti degli aspiranti rifugiati. Questa strategia comunicativa, tuttavia, rischia di rivelarsi fallimentare, dal momento che sono proprio gli standard umanitari delle nuove regole sui richiedenti asilo a deludere la base.

La prevista riforma del CEAS – il sistema europeo comune di asilo – prevede un forte inasprimento della legislazione in materia di accoglienza all’interno dell’Unione Europea. Contrariamente a quanto affermato in un primo momento dai vertici del partito, in futuro anche coloro che cercano protezione provenendo dalla Siria e dall’Afghanistan – Paesi considerati universalmente non sicuri – potrebbero essere rinchiusi negli ormai famigerati campi alle frontiere esterne dell’Unione e deportati in Paesi terzi al di fuori dell’UE senza che vengano esaminati i motivi della loro fuga e i rischi per la loro sicurezza.

Tensioni all’interno del partito

Il malcontento nei confronti della leadership del partito si sta diffondendo tra la base dei Verdi. Molti membri esprimono frustrazione per lo spostamento delle posizioni sulla politica migratoria. Alcuni stanno persino considerando l’idea di abbandonare il partito. Il gruppo di lavoro che rappresenta questi membri ha presentato un documento che parla di “umore incandescente” fra gli iscritti. La leadership è accusata di tentare di calmare la base con “affermazioni false” in difesa del nuovo accordo.

Le critiche arrivano anche dalla sezione giovani del partito, il cui leader, Timon Dzienus, ha dichiarato che l’accordo di Bruxelles non fa che portare “acqua al mulino dei governi di destra in Europa” e che “Nonostante le modifiche al regolamento sulla crisi, la situazione umanitaria dei rifugiati continua a peggiorare”. L’approvazione da parte della Germania di questo regolamento caotico, sostengono i giovani Verdi, è sbagliata, poiché mette ulteriormente in discussione il diritto individuale all’asilo.

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La Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen parla con il ministro tedesco dell’Economia Robert Habeck. EPA-EFE/FILIP SINGER

Un nuovo corso per i Verdi tedeschi?

Il vice cancelliere e Ministro dell’Economia Robert Habeck aveva recentemente accennato a un nuovo corso per i Verdi in tema di politica migratoria. Il suo partito, aveva dichiarato, è pronto a trovare soluzioni pragmatiche per ridurre l’afflusso di migranti alle frontiere esterne dell’UE. E d’altra parte anche il leader del partito Omid Nouripour si era detto recentemente favorevole a limitazioni più rigide in materia di immigrazione. Secondo Habeck, si tratta soprattutto di una questione di pragmatismo: se i Verdi vogliono continuare a proteggere il diritto di asilo, ha dichiarato, devono “accettare la realtà e risolvere i problemi concreti, anche se ciò significa prendere decisioni moralmente difficili”.

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