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Morto Wolfgang Schäuble, ex ministro delle finanze simbolo dell'”austerity” tedesca

Wolfgang Schäuble, importantissimo esponente dei cristiano-democratici tedeschi, è deceduto pacificamente in casa martedì sera, in compagnia della sua famiglia, dopo una lunga malattia. Aveva 81 anni e lascia la moglie Ingeborg e quattro figli.

Noi del Mitte lo avevamo incontrato di persona al Bundestag nel 2019, in occasione della visita dell’allora presidente del senato, la sen. Maria Elisabetta Alberti Casellati.

Morto Wolfgang Schäuble, l'”eterno deputato”: 50 anni in parlamento

La sua carriera politica è stata lunga e intensa e Schäuble è stato ministro, leader della CDU, capogruppo del partito in parlamento e presidente del Bundestag. È stato inoltre il deputato più longevo in assoluto, nel senso che nessuno ha fatto parte del parlamento per un periodo più lungo (50 anni di fila).

Nato nel 1942 a Friburgo, ha avviato la sua carriera politica entrando nella CDU nel 1965 ed è stato eletto al Bundestag, per la prima volta, nel 1972. Durante il cancellierato di Helmut Kohl, ha rivestito una serie di importanti ruoli governativi, tra cui quello di capo della Cancelleria federale, di ministro federale per i compiti speciali e infine di ministro dell’Interno (dal 1989 al 1991). Ha inoltre contribuito attivamente anche alla stesura del Trattato di Unificazione, dopo la caduta del Muro di Berlino.

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Angela Merkel, February 2018. Photo credits: EPA-EFE/CLEMENS BILAN

L’attentato e l’eterna rivalità con Angela Merkel

Nel 1990, Schäuble ha subito un attentato da parte di un uomo mentalmente instabile, che gli ha sparato due colpi di pistola a bruciapelo. Colpito alla spina dorsale, l’esponente cristiano-democratico è rimasto sulla sedia a rotelle, ma questo non ha arrestato la sua carriera politica. Dopo aver guidato il gruppo dell’Unione in parlamento, dal 1991 al 2000, è diventato leader della CDU dopo la sconfitta alle politiche del 1998. Intanto Angela Merkel, di cui Schäuble sarebbe stato sempre l’eterno avversario, diventava segretaria generale.

In seguito allo scandalo relativo alle donazioni della CDU e alle dichiarazioni relative a una donazione in contanti di 100.000 marchi, Schäuble ha rassegnato le dimissioni da capo del partito nel 2000 ed è stato sostituito da Merkel, divenuta prima presidente della CDU. Quando Merkel è diventata cancelliera, nel 2005, Schäuble è stato nominato ministro dell’interno e successivamente, nel 2009, ministro delle finanze, ruolo che ha mantenuto per due legislature.


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Schwarze Null, freno al debito e crisi dell’Eurozona: Schäuble simbolo dell’austerity

Come ministro delle finanze, il politico della CDU ha conseguito l’obiettivo dello “Schwarze Null” (zero nero), vale a dire un bilancio federale senza nuovi debiti. È stato inoltre tra i promotori della “Schuldenbremse“, il freno al debito inserito nella Costituzione nel 2009. Questa disposizione prevede che il deficit annuo non superi lo 0,35% del Pil ed è diventata il simbolo dell’austerity di una certa CDU.

Il rigore di Schäuble, considerato da alcuni rigorismo irredimibile, lo ha caratterizzato anche e soprattutto durante la crisi dell’Eurozona, quando sembrava che le sue posizioni potessero influenzare la politica europea, determinando l‘esclusione definitiva della Grecia. In quell’occasione fu Merkel a mediare, mentre Schäuble veniva considerato il più temibile tra i “falchi di Berlino“.

Conservatore, ha però aperto ai Verdi

Eletto presidente del Bundestag nel 2017, Schäuble ha ricoperto la carica fino al 2021, anno della sconfitta dell’Unione, quando è stato sostituito da Bärbel Bas, del Partito Socialdemocratico (SPD). Sempre nel 2021, nella dialettica interna per designare il candidato cancelliere dell’Unione, si era schierato con l’allora capo della CDU Armin Laschet, contrapponendosi al leader della CSU Markus Söder.

Considerato un conservatore all’interno del suo partito, Schäuble ha tuttavia caldeggiato un’apertura verso i Verdi ed è rimasta famosa una sua frase del 2007, riportata dalla Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung: “Il nero-verde non è il nostro desiderio, ma è un’opzione, per l’Unione”.

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