Il governo tedesco vuole rendere possibili le giornate lavorative di 12 ore

“Se otto ore vi sembran poche, provate voi a lavorar”, recitava una canzone operaia del primo ‘900, quando i sindacati si battevano per l’introduzione della giornata lavorativa di 8 ore. Quello che oggi ci sembra un diritto acquisito, tuttavia, potrebbe essere messo in discussione in Germania. Fra i cavalli di battaglia della CDU e in particolare del Cancelliere Merz, infatti, c’è proprio il tema della “competitività” economica, da raggiungere soprattutto attraverso una maggiore flessibilità del lavoro. Tale flessibilità, sostiene Merz, sarebbe da raggiungere sostituendo il numero massimo di ore lavorative giornaliere con un tetto settimanale, aprendo la strada, ipoteticamente, a giornate lavorative da 12 ore. Inutile dire che l’opposizione di sinistra e i sindacati non vedono di buon occhio la proposta di questa riforma dell’orario lavorativo.
Orario di lavoro giornaliero fino a 12 ore: contrari giuslavoristi e sindacati
Per la precisione, un’analisi condotta dalla Fondazione Hans Böckler rivela che la proposta governativa tedesca di modificare i parametri dell’orario lavorativo potrebbe determinare turni di lavoro fino a dodici ore e quindici minuti. L’Istituto Hugo Sinzheimer per il diritto del lavoro (HSI), struttura di ricerca collegata alla fondazione di orientamento sindacale, ha elaborato uno studio dettagliato sui potenziali effetti della riforma prospettata dall’esecutivo di Berlino.
La proposta inserita nell’accordo di coalizione prevede l’introduzione di un limite massimo settimanale di lavoro in sostituzione di quello giornaliero, mantenendo invariate le normative sui periodi di riposo. Il sistema attuale impone un intervallo minimo di undici ore tra due turni consecutivi, con l’aggiunta di una pausa obbligatoria di 45 minuti durante l’orario lavorativo, secondo i calcoli degli esperti dell’HSI.
La modifica normativa si inserisce in un confronto che oppone le organizzazioni sindacali, contrarie all’abbandono del limite di otto ore giornaliere in vigore dal 1918, alle associazioni imprenditoriali che rivendicano la succitata flessibilità. Yasmin Fahimi, presidente della Confederazione tedesca dei sindacati (DGB), ha dichiarato al quotidiano Rheinische Post di essere preoccupata per questo sviluppo, sostenendo che l’iniziativa miri principalmente a legittimare pratiche lavorative di dubbia legalità, quali i turni prolungati nel settore della logistica e l’inadeguato rispetto dei tempi di riposo nell’industria alberghiera e della ristorazione.
La ricerca prospetta rischi per la salute dei lavoratori
La documentazione dell’HSI cita anche ricerche di medicina del lavoro che attestano come l’impiego oltre le otto ore giornaliere comporti rischi per la salute dei lavoratori. Le conseguenze a lungo termine includono disturbi psicologici e patologie correlate allo stress, elementi che incrementano inevitabilmente le assenze per malattia e rischiano di ridurre, nel complesso, gli anni di possibile attività lavorativa. La ricerca evidenzia inoltre un aumento del rischio di incidenti a partire dall’ottava ora lavorativa, sia nell’ambiente di lavoro che durante gli spostamenti di rientro – una prospettiva evidentemente rischiosa soprattutto in ambiti come la logistica o il trasporto.
L’accordo di coalizione specifica che verranno preservati gli standard elevati di salute e sicurezza sul lavoro, garantendo che nessun dipendente possa essere obbligato a prolungare l’orario contro la propria volontà. Poco hanno fatto per la popolarità di questa riforma le dichiarazioni, sia pre- che post-elettorali, nelle quali Merz ha sottolineato che la competitività del Paese non si può raggiungere se si mantiene come priorità l’equilibrio fra lavoro e vita privata.
Gli analisti dell’HSI contestano questa interpretazione, sostenendo che la prevedibilità e programmabilità degli orari costituiscono elementi fondamentali per la conciliazione famiglia-lavoro. Lo studio paventala possibilità di una contrazione dell’occupazione femminile retribuita, per l’impossibilità di conciliare giornate lavorative di 12 ore con il lavoro di cura domestico – che in Germania ricade ancora, percentualmente, molto più sulle donne che sugli uomini.
L’analisi dell’HSI sottolinea che la legislazione vigente già consente, in determinate circostanze, giornate lavorative fino a dieci ore. I dati relativi al 2023 mostrano un volume complessivo di 54,59 miliardi di ore lavorative per i dipendenti tedeschi, superiore alle 52,2 miliardi del 1991.
Le statistiche dell’Istituto per la Ricerca sul Lavoro (IAB) indicano una riduzione dell’orario medio individuale da 1.478 ore annue nel 1991 a 1.295 ore nel 2023. Questa diminuzione deriva dall’incremento del lavoro part-time, che nel 2023 interessa quasi un terzo della forza lavoro, determinando una media settimanale di 34,7 ore per dipendente, valore inferiore agli standard europei. Gli esperti dell’HSI sostengono che una liberalizzazione della normativa sull’orario lavorativo non modificherebbe positivamente tale scenario.