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Germania: niente ripresa economica nel 2025

Secondo il rapporto primaverile del Consiglio tedesco degli Economisti, presentato mercoledì, la Germania dovrà attendere il prossimo anno per registrare una ripresa economica significativa. Le previsioni indicano una stagnazione per l’anno in corso e una crescita limitata all’1% circa per l’anno successivo.

Crescita intorno allo 0,7%: pesano i dazi

Le stime formulate dai cinque economisti del Consiglio sono allineate con quelle del governo tedesco e risultano sostanzialmente in accordo con le proiezioni di altri istituti e dei mercati finanziari. La crescita stimata per il prossimo anno appare ulteriormente ridimensionata: si attesta intorno allo 0,7%, al netto delle correzioni relative al calendario lavorativo, considerando la maggiore disponibilità di giorni lavorativi prevista rispetto all’anno precedente.

L’analisi dettagliata delle componenti di crescita per l’anno corrente evidenzia diversi elementi critici: una diminuzione delle esportazioni, una domanda interna debole, una contrazione degli investimenti aziendali e solo un moderato miglioramento degli investimenti nel settore immobiliare. Le aspettative di crescita per l’anno venturo sono largamente basate sul pacchetto finanziario sostenuto dal debito predisposto dal nuovo governo tedesco. Contestualmente, l’incertezza generata dalla politica protezionista statunitense rappresenta un fattore di pressione sull’economia. Le previsioni partono dal presupposto che gli attuali dazi supplementari americani del 10% sulle importazioni europee, insieme alle tariffe specifiche su automobili e acciaio, rimarranno in vigore.

L’uso dei fondi speciali per spingere la Germania verso la crescita economica

Il Bundestag aveva già approvato, prima dell’insediamento del nuovo governo, fondi speciali pari a 100 miliardi di euro per la difesa e 500 miliardi di euro per le infrastrutture. L’analisi degli economisti indica che questa spesa pubblica supplementare entrerà in funzione solo dal prossimo anno e con modalità graduali. Il deficit pubblico dovrebbe conseguentemente aumentare dal 2,5% al 3,4% del prodotto interno lordo nell’anno successivo.

Gli economisti del consiglio sottolineano con particolare enfasi che il nuovo debito pubblico programmato potrà generare un impulso determinante alla crescita esclusivamente se destinato agli investimenti. Questo monito si collega alla preoccupazione verso una spesa pubblica finanziata dal debito e orientata ai consumi.

Gli economisti suggeriscono ulteriori misure cautelative, tra cui l’istituzione di una quota minima di investimenti del 10% nel bilancio federale, con l’obiettivo di elevarla al 12%. Parallelamente, raccomandano una quota minima di spesa per la difesa nel bilancio centrale equivalente al 2% del PIL. L’analisi rileva che la soglia dell’1% per la difesa finanziata dal debito, associata all’emendamento alla Legge Fondamentale, offre margini eccessivamente ampi per il finanziamento dei consumi statali attraverso i fondi del debito.

Le proiezioni indicano che nell’anno corrente né le esportazioni né i consumi privati riusciranno a fungere da motore della crescita. Le esportazioni registreranno una diminuzione per il terzo anno consecutivo. Un fattore determinante è rappresentato dalla perdita di competitività dell’industria tedesca negli ultimi anni. Gli economisti identificano come cause principali l’incremento significativo dei costi di produzione e la debole evoluzione della produttività nel settore manifatturiero.

I consumi non cresceranno

Secondo le stime degli esperti, i consumi privati dovrebbero registrare una crescita moderata dello 0,4%, rispetto al precedente 0,3%. Gli ostacoli principali rimangono le aspettative pessimistiche e l’elevato tasso di risparmio. Il rapporto evidenzia come le famiglie stiano ancora compensando le perdite patrimoniali reali subite dal 2021. La debolezza prevista nei consumi non deriva quindi esclusivamente dalle limitate prospettive del mercato del lavoro, ma rappresenta anche un effetto ritardato dell’impennata inflazionistica degli anni recenti.

Per quanto concerne l’inflazione, il Consiglio tedesco degli esperti economici non esprime particolare preoccupazione per l’anno in corso e per quello successivo, prevedendo un livello attorno al 2%. Nel contempo, la stagnazione attuale del mercato del lavoro sta manifestando i suoi effetti con ritardo. Le previsioni indicano un aumento del 5% del numero di disoccupati registrati, che dovrebbe raggiungere i 2,93 milioni di persone nell’anno corrente, rispetto ai 2,79 milioni dell’anno precedente. Il tasso medio di disoccupazione per l’anno in corso dovrebbe pertanto attestarsi al 6,2%. Contemporaneamente, si prevede un incremento di 40.000 unità nel numero di lavoratori soggetti a contributi previdenziali. Le proiezioni suggeriscono che la riduzione dell’occupazione nell’industria manifatturiera proseguirà nel breve periodo.

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