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Guerra dei dazi. Il ministro Habeck: “l’UE è in posizione di forza”

Il Ministro dell’Economia tedesco, Robert Habeck, ha evidenziato le crescenti tensioni tra USA ed Europa durante un summit d’emergenza dell’UE a Lussemburgo.

Le politiche tariffarie aggressive e protezionistiche del presidente Donald Trump rischiano di destabilizzare l’economia globale, con impatti potenzialmente devastanti che “possono ancora aumentare”, secondo Habeck. E per questo si annuncia una reazione proporzionata.

Timore dei dazi e tensioni commerciali in ascesa

Nel corso del vertice, Habeck ha sostenuto una risposta misurata ma ferma, da parte dell’UE, ai dazi del 20% imposti dagli Stati Uniti sugli import dell’Unione, una mossa che aggiunge ulteriori tensioni tra le due superpotenze economiche. L’Europa, ha insistito Habeck, deve mantenere una posizione ferma ma ragionata, cercando la negoziazione e senza precipitarsi in misure eccessive che potrebbero infliggere danni reciproci. Ha tuttavia sottolineato che l’Unione è in una posizione di forza, in questa dinamica, mentre l’America si trova in uno stato di vulnerabilità.

L’Unione Europea è in ogni caso pronta a rispondere con misure punitive specifiche, mirando a prodotti iconici americani come jeans, moto Harley-Davidson, bourbon e attrezzature per il fitness. Un primo pacchetto potrebbe essere attuato prima di Pasqua, seguito da ulteriori misure a metà maggio che colpiranno soprattutto i prodotti provenienti dagli Stati a maggioranza repubblicana, inclusi beni industriali e agricoli come carne bovina e soia.

Negoziazioni e coesione interna

Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, ha rinnovato l’appello per negoziazioni basate sull’eliminazione reciproca dei dazi su tutti i beni industriali, proposizione finora ignorata dall’amministrazione Trump. I ministri dell’UE, incluso Habeck, hanno sottolineato l’urgenza di avviare dialoghi con gli Stati Uniti al fine di minimizzare i danni.

In un appello all’unità, Habeck ha anche richiamato i membri dell’UE a non lasciarsi dividere da divergenze interne su specifici prodotti. “Se ogni Paese si alza e dice: qui abbiamo un problema con il vino rosso, lì con il whiskey e là con i pistacchi, non ne verrà fuori nulla”, ha dichiarato il ministro dell’economia, aggiungendo che: “allora dovremo semplicemente bere più vino rosso noi stessi o comprare i pistacchi da un’altra parte.”

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