Si taglia tre dita con un machete per truffare il welfare tedesco: multato

Un militante di estrema destra di 29 anni, Alexander W., ha inscenato un falso attacco con machete attribuendolo a militanti antifascisti per ottenere sussidi sociali statali. L’uomo, trasferitosi dalla scena neonazista di Dortmund a Chemnitz, nell’agosto 2023 si era presentato in ospedale con tre dita amputate, sostenendo di essere stato aggredito da attivisti dell’Antifa per aver indossato una maglietta dell’evento di arti marziali “Kampf der Nibelungen”, manifestazione attualmente vietata.
Smentito dai suoi compagni di militanza
Il caso aveva inizialmente mobilitato le forze dell’ordine come potenziale episodio di violenza politica tra estremisti. Tuttavia, alcuni conoscenti di Alexander W., preoccupati di essere coinvolti nelle indagini, lo hanno spinto a confessare. A preoccupare i conoscenti e compagni di militanza di W., secondo quanto emerso dalla loro testimonianza resa a Chemnitz, è il fatto che un’indagine su un’ipotetico scontro fra gruppi estremisti avrebbe attirato l’attenzione delle forze dell’ordine anche su di loro e, dal momento che tutti hanno precedenti o sono schedati, questa ipotesi non appariva loro particolarmente rassicurante.
Mutilato con un machete da 77 centimetri
L’indagine ha quindi rivelato una verità completamente diversa: Alexander W. aveva convinto un conoscente di 38 anni a tagliargli volontariamente le dita con un machete di quasi 77 centimetri, nel tentativo di ottenere una pensione come vittima di un reato violento. Gli inquirenti hanno scoperto nella sua cronologia internet ricerche su trattamenti per ferite da amputazione effettuate prima dell’incidente, confermando la premeditazione.
Il machete utilizzato, con lama di 47,3 centimetri e peso di circa 1,5 chilogrammi, è un attrezzo normalmente impiegato per lavori di potatura e disboscamento. Il colpo ha reciso l’indice, il medio e l’anulare di Alexander W. nella falange inferiore. Nel vibrare il colpo, il complice si sarebbe ferito a sua volta all’intera mano.
Mutilato per un sussidio da meno di 300 euro. Invece riceverà una multa
Secondo Holger Lange dell’ufficio legale dell’organizzazione di assistenza sociale VdK, la legislazione tedesca prevede che le vittime di atti violenti con conseguenti danni alla salute possano richiedere un risarcimento. Il grado di menomazione determina l’entità del sussidio: per la perdita di una mano o di tutte e cinque le dita tale quoziente è fissato a 50, il che corrispondeva, nel 2023, a una pensione di base di 311 euro mensili per persone sotto i 65 anni. Per la perdita di “sole” tre dita, Alexander W. avrebbe potuto ricevere 233 euro mensili. Con la nuova normativa entrata in vigore, tali importi sono stati aumentati del 25%, portando il potenziale sussidio a 291,25 euro al mese, con ulteriori incrementi previsti in futuro.
Tuttavia, come precisa Lange, “i sussidi non vengono concessi se la persona lesa è anche solo parzialmente responsabile dell’infortunio”.
Durante il processo è emerso un ulteriore elemento: secondo la testimonianza di un agente di polizia e di un altro testimone, W. avrebbe precedentemente sofferto di un’altra patologia, presumibilmente legata a ferite riportate durante un’operazione militare quando sarebbe passato sopra una mina anticarro. Non avrebbe potuto richiedere risarcimenti in Germania poiché si era deliberatamente esposto al pericolo in una zona di conflitto. Su questo aspetto, tuttavia, i dettagli sono rimasti vaghi e lo stesso W. non ha rilasciato dichiarazioni.
Anziché ottenere il denaro sperato, Alexander W. è stato condannato al pagamento di una multa: il tribunale locale ha emesso un’ordinanza penale di 150 multe giornaliere da 30 euro ciascuna, ipotizzando un reddito netto mensile di 900 euro. La portavoce della procura di Chemnitz ha confermato che W. ha accettato la sanzione.
Tre anni di carcere per il complice
Ben più severa la condanna per il complice, che è stato condannato a tre anni di reclusione per lesioni personali gravi intenzionali. In tribunale l’uomo ha negato la propria responsabilità, dichiarando di aver inizialmente acconsentito alla richiesta di mutilazione di W., poiché si trovava sotto l’effetto di metanfetamina e vodka, ma di essersi poi rifiutato di mettere in pratica il piano. Il trentottenne ha dichiarato che W. si sarebbe tagliato le dita da solo. La corte non ha creduto a questa versione e lo ha anche ritenuto responsabile di aver cercato di disfarsi delle dita mozzate, che sono state ritrovate in un contenitore di vetro marrone. L’uomo aveva precedenti penali, come del restoanche Alexander W., condannato in passato per minacce, aggressione e resistenza alle forze dell’ordine.
A W. potrebbero essere addebitati anche i costi per le cure mediche e la protesi alla mano. Sebbene le compagnie assicurative non possano commentare casi specifici, un portavoce dell’Associazione nazionale delle casse malattia statutarie ha citato la “chiara normativa legale” del Codice di sicurezza sociale tedesco V, che prevede limitazioni alle prestazioni in caso di lesioni autoinflitte, consentendo alle assicurazioni di negare i pagamenti o richiedere la restituzione del denaro.