
Peggiorano le tensioni all’interno dello stabilimento Tesla a Grünheide, nel Brandeburgo, dove recentemente si è verificato un alterco durante una riunione aziendale.
Questo episodio si inserisce in un clima generale di conflitto tra la direzione e il sindacato dei lavoratori IG Metall.
Grünheide: tensioni nello stabilimento Tesla
In base a quanto riportato dall’Handelsblatt, il litigio avrebbe avuto luogo subito dopo l’inizio della riunione e durante l’apertura di André Thierig, direttore dello stabilimento. Thierig ha definito l’interruzione come un “piccolo incidente di sicurezza”, mentre un sindacalista è stato scortato fuori dalla sala.
Prima della riunione, i sindacalisti avevano manifestato pubblicamente il proprio malcontento attraverso cartelloni che denunciavano carichi eccessivi di lavoro, carenza di personale e comportamenti aggressivi da parte dei dirigenti. IG Metall ha inoltre lanciato una petizione, sostenuta da oltre 3000 lavoratori, per richiedere più pause, un incremento del personale e un miglioramento del clima lavorativo.
In risposta, la Tesla avrebbe fatto intensificare i controlli, arrivando a far controllare dalla sicurezza le borse dei membri del sindacato. Uno di loro si sarebbe rifiutato di consegnare la borsa e questo avrebbe fatto degenerare una discussione, culminata con l’allontanamento di alcune persone dalla sala.
Il direttore dello stabilimento: “Demagogia”
Nel suo discorso, Thierig ha criticato la petizione, firmata da un quarto del totale dei dipendenti, definendola una forma di “demagogia”. Si è inoltre opposto alle richiesta di ulteriori pause, citando preoccupazioni per possibili impatti negativi sulla produzione.
L’incidente arriva in un momento delicato per Tesla, con un significativo calo delle vendite in Germania. A febbraio, le immatricolazioni di nuovi veicoli sono diminuite del 76% rispetto all’anno precedente, in netto contrasto con la generale crescita del mercato delle auto elettriche, che invece ha registrato un incremento. Già a gennaio, le vendite erano calate del 59%. Diverse aziende tedesche, inoltre, come la catena di drogherie Rossmann e diversi fornitori di energia, hanno rescisso i contratti con l’azienda del tycoon sudafricano.