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Berlinale 2025: Tilda Swinton sfida Trump e sostiene BDS e Gaza

La 75sima edizione della Berlinale ha preso il via ieri sera e l’importante e famosissimo festival cinematografico sta attirando molta attenzione per le dichiarazioni di Tilda Swinton.

Mentre accettava l’Orso d’oro alla carriera, infatti, l’attrice britannica ha tenuto un discorso in cui ha criticato il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, pur senza nominarlo direttamente. In conferenza stampa, il giorno dopo, ha rincarato la dose parlando di Gaza e del BDS.

Tilda Swinton alla Berlinale 2025: nel segno dell’impegno politico

Nel sottolineare il suo piacere di trovarsi alla Berlinale, giovedì sera Swinton ha parlato del “grande Stato indipendente del cinema” come di un’entità “naturalmente inclusiva”, nonché immune da tentativi di “occupazione, colonizzazione, acquisizione, proprietà o sviluppo di proprietà rivierasche”. Un riferimento davvero poco indiretto al progetto di Donald Trump di trasformare Gaza in una “Riviera del Medio Oriente”, che ha suscitato accese polemiche per l’associazione tra un territorio devastato e l’idea di una sorta di resort turistico.

“Il disumano viene perpetrato sotto i nostri occhi” ha continuato Swinton, ribadendo di essere alla Berlinale per “nominarlo senza esitazioni o dubbi”, oltre che per dare la sua “incrollabile solidarietà” a tutti coloro che “riconoscono l’inaccettabile compiacenza dei nostri avidi governi, che intrattengono buoni rapporti con distruttori del pianeta e criminali di guerra, da qualunque parte essi provengano”.

La conferenza stampa di venerdì

In conferenza stampa, venerdì Swinton ha rilanciato, approfondendo le sue posizioni. “Sono una grande ammiratrice del BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni, ndr), ne ho un grande rispetto e ci penso molto” ha ad esempio dichiarato, riferendosi al movimento che boicotta le merci provenienti da Israele e la cooperazione con Israele nella cultura e nella scienza.

Una settimana fa, il BDS aveva invitato al boicottaggio anche della Berlinale, ma l’attrice ha spiegato di aver scelto di partecipare comunque al festival, ritenendo più utile sfruttare la piattaforma offertale e la sua visibilità, allo scopo di mettere in luce temi cruciali. Ha infine ribadito che il discorso tenuto la sera precedente non si riferiva solo alla guerra di Gaza, ma a “tutte le guerre”.

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