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Primi passi verso la GroKo? Iniziano i colloqui per formare il governo tedesco

Tutti si aspettano una GroKo. Dopo le recenti elezioni in Germania, le coalizioni che permettono la maggioranza sono tre: CDU/CSU + SPD, CDU/CSU + SPD + Verdi, CDU/CSU + AfD. La prima è quella che si conosce appunto come Grande Coalizione, in tedesco “Große Koalition”, abbraviato in GroKo, la seconda è a cosiddetta “Coalizione Kenya”, quella con la maggioranza più ampia, che si scontra però con il veto di Markus Söder, leader della CSU, che ha escluso a priori una coalizione coi Verdi. L’ultima è quella che Friedrich Merz ha giurato di non fare mai, anche se l’80% del Paese (quello che non ha votato per AfD) dubita della sua determinazione a mantenere la parola.

La GroKo, tuttavia, sembra l’opzione più probabile ed è anche la prima considerata, dal momento che i leader dell’Unione e dell’SPD hanno già avviato gli incontri esplorativi per esplorare la possibilità di formare una coalizione di governo. Sebbene i dettagli specifici dell’incontro non siano stati divulgati, emergono già le prime condizioni poste dalle parti coinvolte.

Lars Klingbeil
Foto: Tobias Koch

Per Söder, la GroKo è l’unica opzione. Klingbeil cauto

In un’intervista alla ZDF, il leader della SPD Lars Klingbeil ha dichiarato di aspettarsi un cambio di rotta e di tono da parte di Friedrich Merz, leader dell’Unione e, con ogni probabilità, futuro cancelliere. Klingbeil ha sottolineato alcuni dei punti sui quali il nuovo esecutivo dovrà concentrarsi: un incremento dei salari della classe media, la stabilizzazione del sistema pensionistico e il mantenimento degli investimenti previsti. Tuttavia, ha anche precisato di essere consapevole che un governo con la partecipazione dei socialdemocratici non è da considerarsi scontato. L’SPD si dice pronta a negoziare, ma determinata a garantire che le future politiche riflettano i valori e obiettivi del partito, in particolare in termini di giustizia sociale ed equità economica. A ritenere scontata l’ipotesi della Gröko è invece proprio Söder, che l’ha definita l’unica opzione possibile.

sodolf fotografi
Markus Söder (dettaglio). Foto: Patrick Büttgen, phoenix, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

L’ala sinistra della SPD sostiene questa posizione. Tim Klüssendorf, portavoce della sinistra parlamentare del partito, ha affermato che Merz dovrà lavorare per ricucire le fratture create dalla sua retorica nell’ultima parte della campagna elettorale. Klüssendorf ha aggiunto che l’SPD non può permettersi di entrare in una coalizione che non rispetti i suoi principi fondamentali.

Pistorius chiede più soldi per la difesa, Söder una nuova legge elettorale

Nel frattempo, l’attuale ministro della Difesa Boris Pistorius (SPD) ha ribadito all’unione le stesse richieste che ha fatto negli ultimi due anni al suo esecutivo, ovvero ha chiesto di considerare una deroga al freno del debito per finanziare adeguatamente la Bundeswehr. Secondo Pistorius, nei prossimi anni il bilancio della difesa dovrà raddoppiare, superando i 100 miliardi di euro, pari a oltre il 3% del PIL.

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Nato Il Ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius si rivolge ai media accanto ai veicoli da combattimento di fanteria Puma durante la sua visita alla seconda Compagnia del Battaglione Logistico 171 della Bundeswehr, in un’area di addestramento della fanteria corazzata ad Altengrabow, il26 gennaio 2023. Foto: EPA-EFE/HANNIBAL HANSCHKE

Naturalmente, anche l’Unione ha le sue condizioni (e una base elettorale più ampia per farle valere). Markus Söder, per esempio, ha posto come condizione la modifica della recente riforma della legge elettorale, definendola “ingiusta” e “un atto di vendetta contro il sud”. Secondo Söder, la riforma ha penalizzato le regioni meridionali della Germania e in particolare la Baviera, tradizionalmente roccaforti della CSU.

Söder ha inoltre sottolineato la necessità di “unirsi” di fronte alle pressioni internazionali e ai problemi economici interni, indicando come priorità la risoluzione delle questioni migratoria ed economica. Anche Alexander Dobrindt, capogruppo regionale della CSU, ha ribadito l’importanza di riorganizzare la politica migratoria, pur riconoscendo la necessità di compromessi. Secondo Dobrindt, la Germania deve trovare un equilibrio tra l’accoglienza dei rifugiati e la gestione delle risorse disponibili, sottolineando che una politica migratoria efficace è cruciale per la coesione sociale e la sicurezza del paese.

Anche quello del freno al debito è destinato a rimanere un tema scottante per il prossimo esecutivo, proprio come lo è stato per il governo Scholz. Monika Schnitzer, presidentessa del Consiglio tedesco degli esperti economici, suggerisce di allentarlo per finanziare le spese relative alla difesa, alle infrastrutture, nonché un programma di edilizia abitativa. 

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