Estradizione in Ungheria: la corte costituzionale tedesca ribalta la decisione

In Germania, in questi giorni, si sta parlando di una vicenda che riguarda Maja T. e che ricorda, in parte, quella che ha coinvolto l’eurodeputata di AVS Ilaria Salis. Il motivo per cui si parla di questa vicenda è una sentenza emessa giovedì dalla Corte Costituzionale tedesca, che ha dichiarato incostituzionale l’estradizione in Ungheria di Maja T. avvenuta lo scorso giugno, portandosi dietro il dibattito sulle procedure di estradizione e la tutela dei diritti umani all’interno dell’Unione Europea.
L’estradizione in Ungheria potrebbe mettere Maja T. a rischio di violazioni dei diritti fondamentali
Secondo quanto emerso, la Corte d’appello di Berlino non avrebbe adeguatamente valutato le condizioni carcerarie in Ungheria prima di autorizzare l’estradizione di T., accusatə di aver partecipato ad aggressioni contro presunti simpatizzanti dell’estrema destra a Budapest nel febbraio 2023. Tale mancata valutazione avrebbe violato l’articolo 4 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE, che proibisce trattamenti inumani o degradanti.
Il caso di Maja T. è stato gestito in tempi piuttosto stretti. Il 27 giugno la Corte d’appello ha dato il via libera all’estradizione, eseguita il giorno seguente. Nonostante T. si fosse rivoltə alla Corte costituzionale alle 7:38 del mattino, chiedendo con successo un’ingiunzione temporanea, il divieto di estradizione è arrivato solo alle 11:47, quando ormai T. era già statə consegnatə alle autorità ungheresi.
Le accuse: scontri con gruppi neonazisti in occasione del “Giorno dell’Onore” a Budapest
Le accuse contro T. riguardano la sua presunta appartenenza a un’organizzazione criminale di estrema sinistra, coinvolta in scontri durante il “Giorno dell’onore” a Budapest, una commemorazione che attira estremisti di destra da tutta Europa per celebrare la lotta dei soldati del regno d’Ungheria e di quelli tedeschi del Terzo Reich contro l’Armata Rossa, nella fase finale della seconda guerra mondiale. La manifestazione, che non è una ricorrenza ufficiale, è considerato il più grande ritrovo regolare di gruppi apertamente neonazisti in Europa. Il gruppo di cui farebbe parte T. avrebbe preso parte ad azioni contro i partecipanti a tale ricorrenza e avrebbe, secondo gli inquirenti, legami anche con Lina E., una figura già nota alle autorità tedesche, condannata a oltre cinque anni di carcere per reati simili in Germania.
A preoccupare, in particolare, è il fatto che Maja T. sia una persona non binaria, la cui sicurezza potrebbe non essere garantita nelle carceri ungheresi – da qui le preoccupazioni sulla possibile violazione dell’articolo 4 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE.
T. aveva contestato l’estradizione proprio citando rapporti di organizzazioni internazionali sulle precarie condizioni delle persone LGBTQ+ nelle carceri ungheresi.
I giudici hanno sottolineato che le prove presentate da T. indicavano “carenze sistemiche o generali” nelle carceri ungheresi, inclusi problemi di igiene, alimentazione e violenza. Le rassicurazioni generali arrivate in tal senso dalle autorità ungheresi non sono state considerate sufficienti a escludere il rischio di trattamenti contrari ai diritti umani.
Questa decisione, allo stato attuale delle cose, è principalmente dichiarativa, dato che T. è già statə estradatə.