
Un gioco da tavolo tedesco ambientato nella Sicilia degli anni ’80 e incentrato sulle guerre di mafia sta accendendo accese polemiche, in Italia.
Si tratta de “La Famiglia: La Grande Guerra di Mafia“, prodotto dall’azienda tedesca Boardgame Atelier. Premiato a Cannes nel 2024 con il prestigioso “As d’Or”, destinato al miglior gioco per esperti, è stato tuttavia introdotto solo recentemente sul mercato italiano ed è disponibile su diverse piattaforme di vendita online.
Arriva in Italia il controverso gioco da tavolo tedesco. Maria Falcone: “Un’offesa“
Il gioco mette i partecipanti nei panni di famiglie mafiose in lotta per il controllo della Sicilia. Le azioni possibili includono l’uso di autobombe, l’eliminazione di “soldati”, la costruzione di laboratori di droga e l’impiego di imbarcazioni per traffici illeciti. La trama si ispira inoltre a eventi reali del conflitto mafioso tra gli anni ’80 e i primi ’90, un periodo caratterizzato da violenza e instabilità e che ha segnato profondamente la storia italiana.
Maria Falcone, sorella del famosissimo magistrato ucciso dalla mafia, ha espresso forte disapprovazione in un’intervista al Corriere della Sera e ha definito il gioco un’offesa a chi ha combattuto contro la criminalità organizzata in Italia. La sorella di Giovanni Falcone ritiene infatti “incomprensibile” che si possa proporre un intrattenimento del genere, “che gioca con i sentimenti di chi ha perso la vita al servizio dello Stato”. Ha inoltre sottolineato come la mafia abbia portato solo morte, sia in Sicilia che in Italia.

La risposta dell’ideatore del gioco: “Non vedo il problema”
Maximilian Maria Thiel, ideatore del gioco, ha risposto alle critiche in un’intervista al Guardian. “Prima di tutto, mi dispiace molto se qualcuno si sente ferito oppure offeso. Non era nostra intenzione” ha precisato, per poi spiegare che nel gioco solo i mafiosi muoiono, eliminandosi a vicenda. “Quindi non vedo il problema – a parte il tema, che per alcuni sembra essere un fattore scatenante” ha precisato. Ha poi aggiunto che la rappresentazione delle dinamiche è volutamente astratta, con l’uso di blocchi al posto di figure, per non rendere espliciti gli omicidi.
“Molte persone associano la guerra di mafia alla morte di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, uccisi 10 anni dopo la fine della faida mafiosa” ha poi precisato Thiel, per sottolineare come il contenuto del gioco non sia minimamente collegato alle stragi di mafia. Ha inoltre aggiunto che “la mafia è ancora attiva e uccide”, ma che anche gli omicidi attuali non hanno nulla a che fare con la guerra interna rappresentata nel gioco. Insomma, per l’ideatore del gioco il problema, nel merito, non sussisterebbe.
“La Famiglia”, in ogni caso, continua a far parlare, sollevando interrogativi sul confine tra intrattenimento e sensibilità sociale e sul modo in cui la mafia, che ha a lungo devastato l’Italia e segnato la storia del nostro Paese, sia rappresentata da chi non l’ha vissuta sul suo territorio.