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Nessuno vuole fare l’insegnante a Berlino. Una situazione disastrosa

La situazione del sistema scolastico berlinese è davvero catastrofica. La carenza di insegnanti si accentua sempre di più, mentre cresce invece il numero degli studenti e gli scarsissimi risultati ottenuti rendono l’istruzione media gravemente insufficiente. Ma perché, se i posti ci sono, nessuno vuole fare l’insegnante a Berlino? Quali sono le principali difficoltà di chi valuta questa opzione?

Fare l’insegnante a Berlino: missione impossibile

La nuova senatrice per l’istruzione, Katharina Günther-Wünsch (CDU), ha reso noto mercoledì che ben un terzo degli studenti di terza ha difficoltà a leggere e a fare semplici calcoli e molti addirittura mostrano limiti nella comprensione e nell’uso del tedesco. Intanto, aumenta disperatamente il bisogno di insegnanti, sempre troppo pochi e sempre meno.


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Perché le persone si rifiutano di optare per un lavoro con un orario appetibile, un ottimo stipendio e prospettive pensionistiche allettanti? Probabilmente perché la realtà modifica questa prospettiva, come molti insegnanti fanno notare. Per esempio, anche se l’orario scolastico finisce “presto”, gli insegnanti restano alla scrivania fino a tarda sera, solo che lo fanno a casa. Un recente studio dell’Università di Göttingen ha dimostrato che gli insegnanti lavorano spesso ben oltre le 40 ore settimanali e quelli in regime di part time si trovano spesso a svolgere un carico di lavoro extra assolutamente sproporzionato.

C’è poi il discorso dell’inclusione, introdotta circa dieci anni fa in Germania, in grandissimo ritardo rispetto ad altri Paesi europei, come ad esempio la stessa Italia, che ha abbandonato le “scuole speciali” e adottato l’insegnante di sostegno già negli anni sessanta. Nonostante cerchi di praticare l’inclusione ormai da diversi anni, però, la Germania la sta attuando in modo ancora molto lento e inefficace e questo, a Berlino, si somma ai problemi strutturali del sistema.

Diverse proposte sono state avanzate per superare la crisi: aumentare le ore di lavoro degli insegnanti, ritardarne il pensionamento, far svolgere supplenze agli studenti e rendere più difficile l’opzione del lavoro part-time. Queste, almeno, sono le possibili soluzioni in cima all’agenda di chi si occupa del problema. Un’idea alternativa è quella di introdurre un sistema duale di formazione per gli insegnanti, in cui la teoria e la pratica si svolgono in parallelo. Tuttavia, non ci sono progetti concreti in questa direzione e restano comunque diversi dubbi sulla sua efficacia, anche considerando che la maggior parte dei nuovi insegnanti è priva di esperienza.

Due terzi dei nuovi insegnanti assunti quest’anno a Berlino, inoltre, non hanno una formazione pedagogica. Alcuni la ricevano parallelamente allo svolgimento del loro lavoro, altri vengono semplicemente messi di fronte alla classe. Inoltre, diversi insegnanti sono ancora in fase di tirocinio o sono studenti con poca esperienza. In questa situazione, molti si trovano sopraffatti dai molti problemi legati alla gestione di una classe e si arrendono rapidamente.

A ciò si aggiunge, infine, soprattutto in alcune scuole, una crescente violenza tra gli studenti in termini di bullismo, furti e contrasti di vario tipo. Queste dinamiche assorbono molto gli insegnanti, che a volte si ritrovano impegnati a risolvere i conflitti, più che a esercitare le loro funzioni.

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