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Germania: taglio dell’assegno parentale. La bozza di legge per toglierlo ai redditi elevati

Il governo tedesco sta valutando l’opportunità di abolire l’assegno parentale per coloro che percepiscono redditi elevati. Questa mossa dovrebbe essere finalizzata a garantire significativi risparmi per il bilancio statale, potenzialmente raggiungendo fino a 500 milioni di Euro all’anno.

Secondo una bozza della proposta di legge sul finanziamento del bilancio, la riduzione del limite di reddito consentirebbe di risparmiare circa 150 milioni di euro già nel corso dell’anno successivo all’entrata in vigore dei nuovi parametri. Tale cifra aumenterebbe a 400 milioni di euro nel 2025 e raggiungerebbe la somma di 500 milioni di euro all’anno negli anni seguenti.

Assegno parentale per redditi fino a 150.000 Euro, invece che 300.000

Attualmente, lo Stato eroga queste indennità come compensazione salariale quando i genitori decidono di rimanere a casa dopo la nascita dei loro figli, purché la famiglia non abbia un reddito imponibile totale superiore a 300.000 Euro. Secondo la proposta, in futuro questo limite dovrebbe essere dimezzato, arrivando a 150.000 Euro di imponibile annuo. La nuova regola dovrebbe essere applicata a tutti i bambini nati a partire dal 1° gennaio 2024.


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Tuttavia, i piani di riduzione dell’assegno parentale hanno già suscitato critiche. La Ministra della Famiglia, Lisa Paus (Verdi), ha evidenziato che circa 60.000 famiglie potrebbero perdere il diritto all’assegno in seguito a queste modifiche. Se la proposta di legge sul finanziamento del bilancio otterrà l’approvazione necessaria, l’abolizione dell’assegno parentale per i redditi elevati diventerà effettiva. Tuttavia, il processo deve ancora essere approvata dal Bundestag.

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La ministra della famiglia Lisa Paus. Photo credits EPA-EFE/CLEMENS BILAN / POOL

La questione dell’assegno parentale per i redditi elevati è solo uno dei tanti punti caldi affrontati dal governo in materia di bilancio. L’obiettivo principale resta quello di bilanciare le esigenze finanziarie dello Stato (a fronte di accresciute spese militari e degli investimenti accantonati per far fronte alla crisi energetica) con la necessità di sostenere le famiglie e garantire una protezione sociale adeguata nonostante l’elevata inflazione.

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