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Sanzioni contro la Russia: Scholz contrario all’esclusione da SWIFT

Nel dibattito sulle sanzioni economiche che gli Stati Membri dell’Unione Europea e la NATO intendono imporre alla Russia, con il fine di far desistere il presidente Vladimir Putin dall’azione militare in Ucraina, c’è l’esclusione dal circuito di pagamenti SWIFT. Alla riunione di emergenza della UE che si è tenuta giovedì presso la sede del Consiglio Europeo a Bruxelles, tuttavia, il cancelliere tedesco Olaf Scholz (SPD) si è espresso in senso contrario.

Scholz non ha menzionato espressamente il circuito SWIFT, ma, a una domanda specifica dei reporter di Reuters sull’inclusione di questa misura nell’attuale pacchetto di sanzioni, ha risposto che “è molto importante concordare sulle misure che sono state preparate – e tenere da parte tutto il resto in vista di una situazione in cui potrebbe essere necessario passare oltre”. Pur non escludendo esplicitamente questa misura, quindi, il cancelliere sembra orientato a un approccio graduale – nonostante le pressioni da Kiev, in particolare dal ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba, per escludere la Russia dal più diffuso sistema di pagamenti internazionali attualmente utilizzato dalle banche, allo scopo di danneggiarne l’economia. Kuleba ha usato parole dure contro quei Paesi che esprimono dubbi circa questa particolare sanzione, affermando che chi esita ha le mani sporche “del sangue di uomini, donne e bambini ucraini innocenti”.


ambasciata russa

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Che cos’è il circuito SWIFT

SWIFT (il cui acronimo sta per Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication) è stato lanciato negli anni 70 da un gruppo di banche e oggi ha base in Belgio. È il sistema di comunicazione protetto fra banche più diffuso del mondo ed è utilizzato da anni per permettere agli istituti finanziari di effettuare pagamenti internazionali in modo rapido e sicuro, con grandi vantaggi per i flussi del mercato mondiale. Si tratta, in assoluto, di uno dei meccanismi più importanti per il supporto del commercio internazionale, con quasi 40 milioni di transazioni al giorno, per un valore di svariati trilioni di dollari, registrate nel 2020. SWIFT è gestito come un servizio per gli istituti finanziari che ne sono membri e formalmente si dichiara neutrale rispetto alle dispute politiche.

Nonostante, in passato, i gestori del circuito si siano rifiutati di applicare sanzioni a singoli Paesi, nel 2012 è stato creato un precedente, quando la UE ha impedito a SWIFT di fornire il servizio ad aziende e privati iraniani, in corrispondenza della crisi legata al riarmo nucleare dell’Iran.

Cosa accadrebbe se la Russia venisse esclusa dal circuito SWIFT

Un’esclusione dal sistema di pagamenti più comune ed efficiente del mondo renderebbe molto più difficile l’operatività delle banche e delle aziende russe che effettuano transazioni di qualsiasi tipo con l’estero, con un ovvio impatto sull’economia nazionale. Le banche russe e le aziende che se ne servono sarebbero costrette a effettuare tutte le transazioni o direttamente fra le singole banche o attraverso i sistemi alternativi, che però non hanno alcuna trazione sul mercato e non garantiscono la stessa efficienza. Questo causerebbe inevitabilmente ritardi e un incremento dei costi di ogni transazione.

Anche USA e alleati europei esprimono dubbi sulla sanzione, UK favorevole

Scholz non è l’unico leader a esprimere incertezza sull’esclusione della Russia dal circuito SWIFT: anche il primo ministro olandese Mark Rutte e il presidente americano Joe Biden mostrano qualche riserva in tal senso. Rutte ha riconosciuto che si tratta di un argomento “delicato” in Europa, poiché la sanzione avrebbe un impatto significativo anche sugli Stati Membri dell’Unione. Anche l’Italia, la Francia e l’Austria esitano a considerare l’implementazione di questa misura nell’immediato.

Biden, invece, dubita dell’efficacia a lungo termine di un’esclusione della Russia da SWIFT. Il direttore della banca russa VTB, infatti, ha detto che il suo istituto può usare senza difficoltà altri sistemi per i pagamenti internazionali, che possono essere gestiti anche tramite telefono, email o app di messaggistica. Inoltre le banche russe potrebbero far passare i pagamenti attraverso gli istituti di credito di quei Paesi che non hanno imposto alcuna sanzione, come la Cina – la quale utilizza il proprio sistema, Cips, concorrente di SWIFT, che si troverebbe in questo caso a guadagnare terreno sul mercato. Inoltre, Biden teme anche che questa scelta possa avere un impatto negativo sul valore del dollaro e favorire le criptovalute.

Il primo ministro inglese Boris Johnson è invece pienamente a favore di un’esclusione immediata della Federazione Russa dal sistema di pagamenti internazionale e ha espresso frustrazione rispetto alla posizione della Germania, pur avendo lodato la scelta di Scholz di sospendere Nordstream 2. Peraltro, questo è uno dei rari casi in cui una posizione di Jonson riceve un appoggio bipartisan, dal momento che anche il leader laburista Keir Starmer ha appoggiato questa mozione.

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