Diplomatici iraniani espulsi dalla Germania per condanna a morte di Jamshid Sharmahd
La Germania ha espulso due diplomatici iraniani in seguito alla condanna a morte del giornalista, broadcaster, blogger e attivista tedesco-iraniano Jamshid Sharmahd. Lo ha annunciato mercoledì a Berlino la ministra degli Esteri, Annalena Baerbock (Verdi).
Il 67enne Sharmahd è stato accusato di essere il responsabile di un attentato terroristico e di aver collaborato con servizi segreti stranieri, ma molte sono le ombre di un processo ritenuto non equo sotto molti punti di vista e totalmente sottratto a un’adeguata verifica internazionale.
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Baerbock ha aggiunto di aver convocato l’incaricato d’affari dell’ambasciata iraniana già in vista della condanna a morte di Sharmahd. Questo tipo di convocazione è già considerato una misura diplomatica di non lieve entità e in quella circostanza l’incaricato d’affari era stato informato del fatto che Berlino non avrebbe accettato “la massiccia violazione dei diritti di un cittadino tedesco”.
Dopo la condanna a morte del giornalista, alle parole sono seguiti i fatti e il governo tedesco ha dichiarato indesiderabili due membri dell’ambasciata iraniana, dando loro un breve preavviso per lasciare la Germania.
Le sanzioni dell’Unione Europea: non si ferma la condanna internazionale di Teheran
L’espulsione dei diplomatici iraniani da parte della Germania, si aggiunge alle sanzioni che l’UE ha adottato lunedì nei confronti dell’Iran e che riguardano 32 persone e due organizzazioni. Oltre a direttori di carceri, procuratori e giudici, sono stati inseriti nell’elenco delle persone colpite anche il ministro della Cultura Mohammed-Mehdi Esmaeili e il ministro dell’Istruzione Jussef Nuri.
Questa presa di posizione da parte della comunità internazionale si lega alla feroce repressione delle proteste avvenute, in Iran, dopo la morte di Masha Amini. La 22enne, percossa e arrestata dalla polizia morale per non aver messo bene il velo, il 16 settembre 2022, era entrata in coma subito dopo ed era morta sotto custodia della polizia. Questo episodio ha scatenato, in tutto il Paese, una rivolta contro l’establishment di Teheran che dura tuttora. Da allora, sono stati 500 i morti e 20.000 gli arresti, mentre sono già 15 le condanne a morte correlate alle proteste, con cinque esecuzioni già eseguite. Intanto, la comunità iraniana di tutto il mondo continua a scendere in piazza in sostegno dei manifestanti. Lo ha fatto anche quella presente in Germania, che si è mobilitata anche a Berlino.
Annalena Baerbock: “Chiediamo all’Iran di revocare la condanna a morte di Sharmahd”
Intanto Annalena Baerbock ha dichiarato: “Chiediamo all’Iran di revocare la condanna a morte di Jamshid Sharmahd e di consentirgli un processo di appello equo e costituzionale”. Anche il leader della CDU, Friedrich Merz, ha criticato con forza la condanna a morte di Sharmahd, definendola su Twitter “un affronto”. Merz ha lamentato il fatto che l’imputato non abbia avuto un avvocato di fiducia e che all’ambasciata tedesca sia stato impedito ogni “accesso consolare”.
Das Todesurteil des iranischen Regimes gegen den deutschen Staatsangehörigen Jamshid #Sharmahd ist ein Affront. Er hatte keinen Anwalt seines Vertrauens und die deutsche Botschaft keinen konsularischen Zugang. (FM)
— Friedrich Merz (@_FriedrichMerz) February 21, 2023
Teheran reagisce con una serie di contro-sanzioni verso alcuni diplomatici iraniani del Bundestag
Intanto, Teheran reagisce alle sanzioni dell’UE con delle contro-sanzioni, che colpiscono anche alcuni membri del Bundestag e comprendono il divieto di ingresso e il congelamento di eventuali beni in Iran. Per volontà del Ministero degli Esteri iraniano, sono state colpite da queste misure 23 persone e 13 organizzazioni, tra cui, appunto, i parlamentari Renata Alt (FDP), Roderich Kiesewetter (CDU) e Michael Roth (SPD). Tutti e tre questi membri del Bundestag, recentemente, hanno rilasciato dichiarazioni fortemente critiche sull’Iran.
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