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Storie di lussi, guerra e champagne: le ville sul lago di Griebnitz

Contributo e fotografie a cura di Stefano Comi (Sito ufficiale, Pagina Facebook)

È uno schema che si ripete in tutte le grandi città da sempre: chi è arrivato sui gradini più alti della scala sociale, cerca una residenza confortevole e rappresentativa fuori dal caos della metropoli. Berlino non fa certo eccezione. A metà del diciannovesimo secolo, per l’esattezza alla fine del conflitto con la Francia, grazie al flusso di denaro per la riparazione dei danni di guerra, il nascente Reich tedesco vive un raro momento di sviluppo industriale e sociale. A sudovest della città, sulla sponda brandeburghese del lago di Griebnitz, nasce un agglomerato di ville dove vengono a risiedere banchieri, industriali, artisti e coloro che hanno saputo approfittare delle favorevoli condizioni economiche.

Foto di Stefano Comi

La costruzione delle ville sul lago di Griebnitz

È di moda lo storicismo e gli architetti si sbizzarriscono nel realizzare facciate neoclassiche, torri romaniche, geometrie palladiane. È un paradiso di abbondanza che racconta la storia di dinastie famigliari che si passano lo scettro del benessere di generazione in generazione. Il clima è quello della spensieratezza e dell’allegria fino a quando, anche qui, si allunga l’ombra infausta della guerra.

Foto di Stefano Comi

I sequestri dopo la guerra

Alla fine del conflitto la zona è in mani sovietiche, il capo dei servizi segreti russo Lawrenti Beria, scrive a Stalin che “… in preparazione della conferenza che si terrà a Cecilienhof, sono state sequestrate 62 ville…” che ospiteranno le delegazioni delle tre potenze, Gran Bretagna, Stati Uniti d’America e Unione Sovietica. Per Stalin viene requisita Villa Herpich, al numero 27 di quella che oggi è la Karl Marx Straße. La villa appartiene a un industriale della moda che ha iniziato la sua carriera con un minuscolo laboratorio per la concia delle pellicce nella Leipziger Straße di Berlino e che, nonostante appartenga alla comunità ebraica, ha superato gli anni bui della persecuzione.

La villa nella quale soggiornò il dittatore sovietico Stalin.
Foto di Stefano Comi

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L’anziana vedova è costretta a lasciare il posto da un giorno all’altro e gli eredi rientreranno in possesso della proprietà solo dopo la caduta del muro. La sera del 21 luglio, il presidente americano Truman e il primo ministro Churchill, saranno ospiti a cena del dittatore; l’antipasto è a base di caviale e vodka; al pollo, l’anatra, la selvaggina e il pesce faranno seguito melone e champagne. A pochi metri, al numero due della stessa via, ha costruito la sua residenza un editore venuto dalla città di Hamm, nella Vestfalia. A Berlino ha avuto fortuna, nella villa si susseguono i ricevimenti e gli avvenimenti mondani. Karl Müller Grote, l’editore, non nasconde le sue simpatie per Hitler, due dei suoi figli entreranno a far parte delle SS.

La targa che ricorda il soggiorno della delegazione sovietica nella villa.
Foto di Stefano Comi

Il destino di Hiroshima e le cene di Truman sulle sponde del lago di Griebnitz

La villa è stata saccheggiata dai soldati russi e viene messa a disposizione del neo eletto presidente americano Harry Truman. Arredata alla meglio, non impedirà al suo nuovo inquilino di organizzare una sontuosa cena per i suoi interlocutori: paté de fois gras, caviale, pesce persico, filet mignon, crema di funghi, patate fritte, piselli, carote, insalata, formaggio rocca, gelato, il tutto accompagnato da vino rosso Nierensteiner 1937, Porto, Cognac e Vodka.

La villa nella quale soggiornò il presidente americano Harry Truman.
Foto di Stefano Comi

Due giorni prima, Truman aveva inviato a Stalin 12 bottiglie di Nierensteiner 1937, 12 bottiglie di Porto, e sei bottiglie di vino della Mosella. La leggenda vuole che da qui Truman abbia dato l’ordine di sganciare la prima bomba atomica su Hiroshima. Sicuramente ne aveva parlato con Churchill e Stalin, ma è più probabile che l’ordine sia stato impartito una volta sulla via del ritorno negli Stati Uniti. Un documento ufficiale non esiste, o non è finora noto.

Foto di Stefano Comi

Villa Urbig

Nella Virchowstraße 23, la via parallela alla Karl Marx Straße, risiede invece Winston Churchill. La villa è di proprietà del banchiere, Franz Urbig. Nato a Luckenwalde, a pochi chilometri da Berlino, non aveva potuto finire le scuole e, entrato come impiegato semplice in una banca, salì un gradino dopo l’altro la scala gerarchica fina ad occupare posti di importanza internazionale: nel 1924 è nel consiglio generale della nuova Reichbank. Deceduto Franz nel 1944, nella villa era rimasta la figlia Elisabeth Urbig che però dovette cedere la residenza alla truppa poche settimane più tardi. Nella lista della spesa di Churchill si legge: 500 bottiglie di Champagne, 300 di vino rosso, 300 di vino bianco, 40 di liquore, 100 bottiglie di Whiskey, 100 di Gin, 40 di Vermouth, 10 di amaro, 2000 di birra.

La villa nella quale soggiornò il primo ministro britannico Winston Churchill.
Foto di Stefano Comi

 

Villa Herpich-Stalin è oggi sede di alcune immobiliari, Villa Grote-Trumann è sede di una fondazione per la pace, Villa Urbig-Churchill è proprietà privata del noto magnate e mecenate Hasso Plattner.

Come arrivare alle ville: S7, RE1, RB21, RB22 Griebnitzsee.
In automobile: digitare uno degli indirizzi citati nell’articolo, il PLZ è 14482 Potsdam, parcheggio libero. Buona passeggiata.

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