Il parlamento tedesco annulla le condanne di 50.000 omosessuali perseguitati dal nazismo

omosessuali

Il parlamento tedesco ha finalmente approvato l’annullamento della condanna di 50.000 omosessuali, perseguitati e puniti durante il regime nazista in base all’articolo 175 del codice penale.
In applicazione di questa particolare norma, in vigore dal 1871 ma scarsamente applicata fino all’avvento di Hitler in Germania, quando venne invece addirittura inasprita, le persecuzioni divennero all’ordine del giorno. Sotto il regime gli omosessuali venivano infatti condannati alla prigione (e fino a dieci anni di lavori forzati a partire dal 1935) o mandati a morire nei campi di concentramento.

A questo si aggiunse, nei decenni successivi, l’ulteriore oltraggio rappresentato dal fatto che la fedina penale di queste persone non risultasse ripulita neanche dopo il tramonto della Germania nazista.
Se nel 2012 una legge cancellò molte di queste condanne, infatti, questa pronuncia non riguardava però tutti coloro che furono condannati dopo la seconda guerra mondiale.

A questa anomalia ha messo fine la summenzionata decisione del parlamento, anche se solo 5000 di questi omosessuali sono ancora vivi e hanno potuto vedere il giorno in cui l’ingiustizia e l’orrore di cui sono stati vittime ha finalmente trovato anche una ratifica formale.
A queste persone è stato inoltre offerta una somma di 3000 euro, con l’aggiunta di 1.500 euro per ogni anno passato in prigione in quanto omosessuali.

“Più di due decadi dopo l’abrogazione ufficiale dell’articolo 175, anche questa macchia sarà rimossa dalla storia legale della Germania”, ha dichiarato Sebastian Bickerich, dell’ufficio anti-discriminazione del governo.

Il Guardian ha riportato le dichiarazioni di Fritz Schmehling, 74 anni, condannato in quanto omosessuale nel 1957, quando era ancora un teenager. “A quel tempo” ha dichiarato “praticamente vivevi con un piede in galera“. Schmehling avrebbe voluto che partecipasse alla gioia di questo ripristino della giustizia e della dignità di moltissime persone anche il suo partner di una vita, morto nel 2011, e si è detto certo che ne avrebbe gioito come gioì quando fu abbattuto il Muro di Berlino. Dell’argomento avevano parlato più volte e l’uomo aveva detto a Schmeling “Non credo che vedrò mai il giorno in cui queste condanne saranno rimosse”.