Jut, proverbi tedeschi: quando il gatto non c’è i topi ballano

gatto

Grüessech! …non spaventatevi, è solo un saluto alla Schweizerdeutsch, per la precisione alla maniera di Berna. La settimana scorsa ho avuto, infatti, l’occasione di andare in Svizzera. La distanza si è rivelata breve, praticamente a due passi nur ein Katzensprung (letteralmente: un salto felino). Si è trattato di un contatto che potrebbe aprire nuove opportunità, ma non dire gatto se non l’hai nel sacco. In tedesco, però, dimenticate il gatto e pensate all’orso: Verteile das Fell des Bären nicht, bevor du ihn erlegt hast, che suona come un nostro vecchio proverbio non vendere la pelle dell’orso prima di averlo ucciso.

Ma torniamo al gatto, protagonista oltralpe di uno dei nostri proverbi più usati: il lupo perde il pelo ma non il vizio, in tedesco diventa die Katze lässt das Mausen nicht e anche in Germania si dice che quando il gatto non c’è i topi ballano – Ist die Katze aus dem Haus, tanzen die Mäuse auf dem Tisch.

Se sentite qualcuno dire die Katze im Sack kaufen / verkaufen, non si sta riferendo ad un improbabile gatto in un sacco ma piuttosto al comprare / vendere a scatola chiusa!

Sulle vite dei gatti regna invece un po’ di confusione, noi diciamo infatti avere sette vite come i gatti, qualcuno propende per nove, come gli amici tedeschi: Neun Leben hat die Katze.


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Di sicuro però di notte tutti i gatti sono grigi – Nachts sind alle Katzen grau e tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino – Neugierige Katzen verbrennen sich die Tatzen (letteralmente: i gatti curiosi si bruciano le zampe).

Chiudiamo con una nota gourmant, se vi invitano ad assaggiare il kühle Katze non fatevi passare l’appetito a causa del nome, in realtà è un buon dolce al cioccolato fatto in casa.

Sabina Lanzoni: Ancora oggi mia madre ama raccontare che la mia propensione per la lingua tedesca si intuiva già durante le nostre prime vacanze al mare. Pare infatti che, fin da piccola, amassi inventare parole dal suono germanofono, ma ahimè totalmente incomprensibili anche ai bambini tedeschi della riviera adriatica della metà degli anni ’70. Fortunatamente la maturità linguistica ha colmato tale lacuna e l’estate seguente la caduta del Muro ho vissuto il mio primo periodo berlinese.
Dagli anni dell’università (Dams, con indirizzo storia del cinema… tedesco, na klar!) ho sempre continuato a frequentare ed amare la città nel suo costante divenire.

Jut, ovvero gut in dialetto berlinese, vuole essere un piccola rubrica per condividere proverbi e modi di dire, nella doppia versione italiano-tedesca, sia per il puro piacere della
conoscenza della lingua e sia per offrire una buona risposta quando serve.
A buon intenditore poche parole… dem Kenner reichen wenige Worte.