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Il Papa respinge le dimissioni del cardinale Marx: “Questa è la mia risposta, caro fratello”

Il Papa respinge le dimissioni del cardinale tedesco e arcivescovo di Monaco e Freising Reinhard Marx, che gliele aveva presentate in una lettera sollevando il problema degli abusi sessuali su minori all’interno della Chiesa Cattolica.

Anche la risposta del Papa è stata affidata a una lettera, scritta in spagnolo e pubblicata ieri dalla Sala Stampa della Santa Sede


dimissioni al papa

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“Questa è la mia risposta, caro fratello”

Nella lettera il Papa ringrazia Marx per il suo coraggio, un “coraggio cristiano che non teme la croce, che non teme di essere umiliato davanti alla tremenda realtà del peccato”.

Prende quindi atto della crisi attraversata e dichiarata dal porporato, così come di quella che affligge la Chiesa in Germania. Conferma che “tutta la Chiesa è in crisi per il problema degli abusi” e che “non può fare un passo avanti senza farsene carico”. Papa Francesco ha inoltre ribadito che “la politica dello struzzo no, non porta a nulla” e che “da una crisi non esce da soli ma in comunità”.

Il Papa respinge le dimissioni
Di Alfredo Borba – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=34671623

Il Papa definisce “una catastrofe” il modo in cui la Chiesa gestisce gli abusi

Il Papa conferma inoltre il severissimo giudizio di Marx sul modo in cui la Chiesa ha gestito la tragedia delle violenze sui minori. Scrive infatti: “Sono d’accordo con te nel definire una catastrofe la triste storia degli abusi sessuali e il modo di affrontarla che la Chiesa ha preso fino a poco tempo fa“, affermando inoltra la necessità “che la Chiesa si faccia carico della storia”, sia come comunità che in relazione ai suoi singoli membri.

Non si può restare indifferenti di fronte a questo crimine” aggiunge, sottolineando che accettare la realtà sia l’unico modo per risolvere il problema, perché fare propositi di cambiare vita senza “mettere la carne alla brace” non porta a nulla.

Il papa respinge le dimissioni
Il papa respinge le dimissioni del cardinale tedesco Reinhard Marx. Karued92, CC BY-SA 3.0 <http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/>, via Wikimedia Commons

La Chiesa deve continuare a fare “mea culpa”

Per questa ragione, sostiene il pontefice, ogni Vescovo della Chiesa deve chiedersi cosa possa e debba fare per risolvere quella che continua a definire una catastrofe.

Il ‘mea culpa’ di fronte a tanti errori storici del passato lo abbiamo fatto più di una volta di fronte a molte situazioni, anche se personalmente non abbiamo partecipato a quel frangente storico” ha spiegato Papa Francesco, aggiungendo che lo stesso atteggiamento è quello che viene richiesto alla Chiesa anche oggi.

Papa Francesco. Casa Rosada (Argentina Presidency of the Nation), CC BY-SA 2.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0>, via Wikimedia Commons

La riforma non consiste di parole, ma di atteggiamenti

“Ci viene chiesto di riformare, cosa che, in questo caso, non consiste di parole ma di atteggiamenti che abbiano il coraggio di mettersi in crisi, di assumere la realtà qualunque ne sia la conseguenza“. Questo significa, dice Francesco, “mettere in gioco la propria carne come invece ha fatto Gesù con la sua vita, con la sua storia, con la sua carne sulla croce”.

Tacere porta solo al fallimento, personale e storico

“Dici bene nella tua lettera” continua il Papa “che seppellire il passato non ci porta a nulla. I silenzi, le omissioni, il dare troppo peso al prestigio delle Istituzioni porta solo al fallimento personale e storico, e ci porta a convivere con il peso di ‘avere scheletri nell’armadio’, come si suol dire”.


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“Il potere e il prestigio non ci salveranno”

Per questa ragione ritiene che lo Spirito debba condurre la Chiesa “al deserto della desolazione, alla croce e alla risurrezione”. E che il punto di partenza sia “l’umile confessione: abbiamo sbagliato, abbiamo peccato. I sondaggi e il potere delle istituzioni non ci salveranno. Non ci salverà il prestigio della nostra Chiesa che tende a nascondere i suoi peccati. Non ci salverà né il potere del denaro né l’opinione dei media (spesso ne dipendiamo troppo)”.

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Il cardinale Marx durante la celebrazione dell’insediamento dell’arcivescovo di Colonia Rainer Maria Woelki. By © Raimond Spekking / CC BY-SA 4.0 (via Wikimedia Commons), CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=35529250

Il Papa respinge le dimissioni di Marx “con affetto fraterno”

Francesco quindi chiede “la grazia della vergogna” e che “il Signore ci salvi dall’essere la spudorata prostituta di Ezechiele 16”. Esprime inoltre il suo positivo apprezzamento per la conclusione della precedente lettera di Marx, apprezzando le sue intenzioni di voler comunque continuare a impegnarsi a livello pastorale, adoperandosi per il rinnovamento spirituale della chiesa.

Infine il Papa respinge le dimissioni dichiarando: “Se sei tentato di pensare che, nel confermare la tua missione e nel non accettare la tua rinuncia, questo Vescovo di Roma (tuo fratello che ti ama) non ti capisca, pensa a quello che ha provato Pietro davanti al Signore quando, a suo modo, gli presentò la sua rinuncia: ‘Stammi lontano che sono un peccatore’, e ascolta la risposta: ‘Pasci le mie pecore'”. Ha quindi concluso la lettera con la frase: “Con affetto fraterno”.

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l papa respinge le dimissioni del cardinale tedesc Reinhard Marx. oDegreezero, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons

Le reazioni di Reinhard Marx

Il cardinale Marx ha reagito alla lettera del Papa esprimendo sorpresa e commozione sul sito dell’arcidiocesi di Monaco.

Non contavo su una sua reazione così veloce e nemmeno mi aspettavo la decisione che io dovessi continuare nel mio servizio” ha scritto, aggiungendo di essere rimasto colpito “dal tono fraterno” delle parole di Francesco e dalla percezione di essere stato compreso nelle ragioni che avevano motivato la sua richiesta di dimissioni.

Ha aggiunto che le parole del Papa gli daranno un impulso in più per procedere sulla strada di un vero rinnovamento, nutrendo sempre di più un senso di responsabilità verso le vittime, la cui prospettiva dovrà essere presa ancora più in considerazione. E ha terminato dicendo che la decisione del Papa “è una sfida” e che, in questo senso, “tornare semplicemente all’ordine del giorno non può essere per me, e nemmeno per l’arcidiocesi, la strada“.

In spirito di obbedienza accetto la sua decisione” ha concluso.

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