Il gasometro di Schöneberg, il monumento industriale diventato luogo di incontro

Gasometro di Schöneberg
Brücke-Osteuropa, Public domain, via Wikimedia Commons
 di Sara Lazzari

Il gasometro di Schöneberg è uno dei luoghi di maggiore attrattiva nonché un ingombrante marchio nel paesaggio del quartiere.

Eretto tra il 1908 e il 1910 nell’area conosciuta come Rote Insel (“isola” vista la sua posizione delimitata dall’intersezione dei binari ferroviari; il “rosso” si riferisce invece al colore politico della popolazione, che nei primi anni ’40 ha dato il via a una serie di sollevazioni contro il regime nazionalsocialista), ha servito l’approvvigionamento energetico del Bezirk per quasi un secolo, oltrepassando di non poco il limite della sua “età storica”: fino al 1995, infatti, il gas stoccato al suo interno è stato utilizzato per il riscaldamento delle abitazioni nonché per gli impianti di illuminazione pubblica stradale.

Le tappe della sua costruzione sono inframmezzate da incidenti e rallentamenti di vario genere; la popolazione non vedeva di buon occhio l’edificazione del colosso al centro del loro isolotto residenziale e si è attivata in una serie di manifestazioni di disaccordo che hanno ritardato la messa in funzione dell’impianto fino al 1913. Pure oggi, a distanza temporale di un secolo, non è difficile immaginare i motivi di tale diffidenza negli abitanti dell’area: l’edificio è uno scheletro di acciaio robusto alto quasi 80 metri, con una cisterna contenitiva a forma di cupola che aveva la capacità di dilatarsi e sgonfiarsi a seconda dell’indice di riempimento, arrivando a ospitare 160.000 metri cubi di gas. Tale capacità lo ha reso, ai tempi della sua installazione, il terzo gasometro in ordine di grandezza in Europa.

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Brücke-Osteuropa, Public domain, via Wikimedia Commons

Allo scoppio della seconda guerra mondiale, industrie e centrali energetiche costituivano naturalmente i principali obbiettivi militari, e il gasometro dell’isola rossa non faceva eccezione. Bombardato dalle flotte aeree alleate, e pesantemente danneggiato, l’impianto venne chiuso nel 1944. All’indomani della conclusione del conflitto, aveva però già ripreso la sua attività, giocando un ruolo di primissimo piano nell’approvvigionamento energetico della città semidistrutta.


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Dal 1946 circa, fino alla definitiva chiusura del 1995, dunque, il gasometro ha funzionato a pieno regime. Nel 1994 è stato posto sotto tutela come edificio storico, assieme ad altri stabili della zona –come la Retortenhaus e la Kesselhaus, progettate alla fine del 19.secolo dall’architetto Alfred Messel. Ma ciò non ha impedito che, in seguito al “pensionamento” della struttura, il colossale reticolo di tubi metallici abbia cominciato ad essere rosicchiata dalla ruggine, e che l’intero fabbricato cominciasse a decadere, completamente abbandonato.

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Brücke-Osteuropa, Public domain, via Wikimedia Commons

Soltanto nel 2007 si è cominciato a fare qualche passo verso un progetto di sanificazione, e si è iniziato a discutere dei possibili futuri riusi di quegli spazi giganteschi. Nel febbraio dello stesso anno l’azienda privata denkmal+plus, in cooperazione con la società di tutela del patrimonio industriale, ha presentato un primo progetto di riqualificazione. Mentre le autorità della circoscrizione Tempelhof-Schöneberg avevano fin dall’inizio pubblicamente appoggiato la proposta, un comitato di cittadini, riunitosi sotto il nome Bürgerinitiative Gasometer Schöneberg, ha espresso a gran voce il loro disaccordo e la realizzazione del progetto è stata fatta slittare.

A partire dal 2008, con il dichiarato scopo di rimpinguare le casse del Bezirksamt e raccogliere fondi per l’avviamento dei lavori di bonifica del sito, è stato installato sul gasometro la più grande insegna pubblicitaria a LED di tutta Europa. Un gigantesco pannello luminoso si è acceso al centro dell’isola rossa ogni sera e ogni pomeriggio invernale, per cinque anni. Come se il colosso metallico non fosse di per sé già voluminoso abbastanza da catturare l’attenzione del più distratto passante a chilometri di distanza. Cinque anni di video e rèclame dai bagliori pirotecnici non sono però bastati a raccogliere la somma necessaria. Misteri dei microcircoli finanziari del settore pubblico.

La palla è passata dunque, nel tardo 2011, all’Euref AG (Forum europeo sull’energia), che ha dato avvio alle prime tappe: messa in sicurezza della struttura, mantenimento e pulizia degli spazi interni ed esterni. Da quel momento Il gasometro di Schöneberg ha ospitato diverse manifestazioni, dalla conferenza internazionale sul clima, alla giornata dell’economia e dell’industria; gli Eisbären hanno festeggiato lì la conquista del titolo.

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Dirk Ingo Franke, CC BY 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by/3.0>, via Wikimedia Commons

Uno dei capisaldi del nuovo piano di riqualificazione è costituito dalla Technische Universität, che a partire dall’estate 2012 ha installato la sede del master in “Stadt und Energie” proprio negli spazi dell’ex gasometro. Il Campus, co-finanziato, dalla Euref stessa, è promotore di una serie di iniziative incentrate sul tema dell’efficienza energetica e dello sviluppo urbano.

L’edificio è inoltre aperto al pubblico, ma non ha orari fissi. Nei mesi estivi vengono organizzate visite guidate (comprensive di “salita” ai piani alti della struttura), principalmente nei fine settimana, ma gli appuntamenti dipendono in larga misura dalle condizioni metereologiche. Per chiunque fosse interessato, consiglio di iscriversi alla mailing list, o di richiedere direttamente un appuntamento. I costi di partecipazione ai tour non sono bassi, specie per le “notturne”, ma rischia di valerne davvero la pena.

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