Un controllore di Berlino racconta: “Il nostro è un lavoro duro”

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Wikimedia Commons / Uzyel

di Alessio Agostini

A Berlino si sa, sui mezzi pubblici i controllori ci sono ma, in un certo senso, non si vedono. Sul quotidiano locale berlinese B.Z. è uscita nei giorni scorsi una interessante intervista in esclusiva ad uno dei tanti controllori dei mezzi pubblici che, come è noto, si aggirano in borghese nei sotterranei della metro e sugli autobus. Non sono riconoscibili ma improvvisamente si qualificano e chiedono di mostrare il biglietto. Non si scappa.

Il controllore intervistato, che ovviamente ci tiene a rimanere anonimo, premette: «Sì, ci sono premi per ogni evasore che becchiamo… Le vecchie signore sono le peggiori!».

Ma non c’è solo questa verità. «Noi non siamo macchine, ma esseri umani», dice il ventisettenne proveniente dal villaggio di Heller. «È un lavoro duro essere costantemente oggetto di odio. E questo solo perché devo controllare i biglietti».

L’uomo parla apertamente del suo lavoro. Ogni giorno cala nei sotterranei della città. Il controllore in questione è un gigante, alto 1 metro e 95, e fa questo lavoro da cinque anni. Guadagna € 8,25 all’ora, più i premi per ogni evasore multato.

Dipende dalle varie società di sicurezza private, tuttavia il premio in media varia da 0,50 centesimi fino ad arrivare a 1 euro per ogni passeggero scovato a fare il furbo. Lui sa dove scovare gli Schwarzfahrer. Le sue linee preferite sono la U1 e la U8, dove pizzica persone di ogni tipo, ma anche molti turisti.

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«Le donne anziane sono le peggiori. Spesso semplicemente si ostinano a guardare fuori dal finestrino e fanno come se non fossi lì». Ovviamente non è permesso toccare i passeggeri. A volte dice, «se ne incontrano di poco amichevoli». È un lavoro rischioso. Qualcuno minaccia, altri finiscono per perdere la testa.

«Questi sono spesso studenti dall‘aspetto innocuo che poi  improvvisamente iniziano ed essere aggressivi. Alcuni colleghi sono stati attaccati con un coltello». In questi casi, gli ispettori chiamano la polizia. Anche se uno dei viaggiatori in nero si rifiuta di rivelare l’identità.

Alcuni cercano di scappare, altri usano degli stratagemmi. Un trucco popolare tra gli imbroglioni: «Lubrificano il biglietto con il burro di cacao, lo convalidano e poi puliscono l’inchiostro in un secondo momento. Questi ragazzi che fanno i furbi, se beccati dovranno sborsare 40€  di multa».

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Il ragazzo confessa infine di non voler fare questo lavoro ancora a lungo. Forse un paio di mesi, forse un paio di anni ancora, finché non avrà trovato un lavoro migliore. Era disoccupato e ha iniziato a lavorare come controllore a 21 anni. «A quel tempo anche io facevo il furbo spesso», dice. «Ma sono stato preso più volte e ho dovuto pagare».

Nel 2012 sono stati colti in fallo 150mila evasori. La BVG trasporta in media 1,8 milioni di passeggeri ogni giorno. Con l’evasione si stima una perdita di entrate per circa 20 milioni di euro l’anno, secondo il portavoce Klaus Wazlak. Per contrastare il fenomeno, quest’anno il numero degli ispettori è stato aumentato ad un totale di circa 120 unità, più il supporto di una società di sicurezza privata. Gli Schwarzfahrer sono avvertiti.