AperturaAttualità

Yasemin Acar dopo la detenzione in Israele: “Torneremo finché non fermeremo l’assedio”

L’attivista tedesca Yasemin Acar è atterrata giovedì a Berlino dopo essere stata espulsa da Israele. Acar era una dei dodici attivisti che componevano l’equipaggio della Madleen, l’imbarcazione della Freedom Flotilla che era partita da Catania per portare aiuti umanitari a Gaza, rompendo l’assedio delle forze militari israeliane. La barca è stata sequestrata e tutti gli attivisti arrestati e poi espulso, ma otto di loro sono rimasti in stato di detenzione in Israele per due giorni più degli altri, dopo di che cinque sono stati rimpatriati. Gli altri tre sono rimasti in stato di detenzione.

La missione della Madleen e l’espulsione degli attivisti

L’intervento delle forze militari israeliane è avvenuto, secondo le dichiarazioni degli attivisti, in acque internazionali. Dell’equipaggio facevano parte anche personalità di rilievo come l’attivista svedese Greta Thunberg e l’europarlamentare franco-palestinese Rima Hassan: secondo gli altri attivisti, la loro presenza è servita anche come garanzia di sicurezza per tutte le persone coinvolte, visto il livello di attenzione internazionale che le due donne hanno potuto catalizzare sull’intera missione.

La missione, partita dalla Sicilia all’inizio di giugno, aveva obiettivi umanitari specifici: il trasporto di aiuti essenziali quali alimenti per neonati e forniture mediche destinate alla popolazione civile di Gaza. Parallelamente, l’iniziativa mirava a sensibilizzare l’opinione pubblica internazionale riguardo alla situazione umanitaria nella regione.

L’accoglienza trionfale per Yasemin Acar all’aeroporto di Berlino

Il rientro di Yasemin Acar ha generato una mobilitazione significativa presso l’aeroporto BER, dove centinaia di sostenitori si sono radunati per manifestare solidarietà. La manifestazione si è caratterizzata per la presenza di simboli identitari palestinesi, tra cui bandiere e kefiah, mentre i partecipanti scandivano slogan di sostegno quali “Libertà per la Palestina” e “Libertà per Yasemin”.

“Non ci diamo per vinti, torneremo fino a che non fermeremo l’assedio”

Durante la conferenza stampa improvvisata all’aeroporto, Acar ha formulato accuse specifiche contro le autorità israeliane, definendo l’operazione un “rapimento” avvenuto in acque internazionali. L’attivista ha inoltre riaffermato l’impegno del movimento di solidarietà, dichiarando: “Non ci diamo per vinti. Torneremo finché non fermeremo l’assedio”.

Il processo di rimpatrio degli attivisti ha seguito tempistiche differenziate. I primi quattro membri dell’equipaggio sono stati rispediti nei rispettivi paesi di origine già il martedì successivo al fermo, mentre altri attivisti sono stati trattenuti più a lungo per aver opposto resistenza alle procedure di deportazione.

La detenzione si è protratta per due giorni presso il carcere israeliano di Givon, periodo durante il quale si è registrata particolare preoccupazione per le condizioni dell’europarlamentare Rima Hassan. Tutti i membri dell’equipaggio sono stati successivamente rimpatriati e hanno ricevuto ricevuto un’accoglienza simile a quella riservata ad Acar, all’arrivo nei rispettivi Paesi.

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio
RocketplayRocketplay casinoCasibom GirişJojobet GirişCasibom Giriş GüncelCasibom Giriş AdresiCandySpinzDafabet AppJeetwinRedbet SverigeViggoslotsCrazyBuzzer casinoCasibomJettbetKmsauto DownloadKmspico ActivatorSweet BonanzaCrazy TimeCrazy Time AppPlinko AppSugar rush