Doppia cittadinanza a rischio in Germania? La proposta CDU divide
Nel contesto dei negoziati di coalizione attualmente in corso in Germania, si è acceso un dibattito delicato e controverso: la possibilità di revocare la cittadinanza tedesca a persone con doppia nazionalità accusate di supportare idee associate all’estremismo, all’antisemitismo o di sostenere il terrorismo. La proposta, inizialmente formulata nel documento esplorativo congiunto di CDU/CSU ed SPD, ha suscitato reazioni veementi non solo tra coloro che hanno la doppia cittadinanza, ma anche fra i giuristi e i costituzionalisti che vedono il rischio di un futuro utilizzo a scopo politico di questa misura in Germania.
La trasmissione ARD Monitor ha diffuso parte del contenuto di documenti interni del gruppo di lavoro che si occupa di strutturare le proposte di coalizione in materia di politica interna, diritto, migrazione e integrazione. Da tali documenti emerge l’insistenza della CDU/CSU sulla necessità di mantenere la possibilità di revoca della cittadinanza in determinati casi – istanza che avrebbe incontrato l’opposizione dell’SPD. Tale misura rappresenta peraltro una delle promesse elettorali sostenute da Friedrich Merz e Markus Söder.

Doppia cittadinanza a rischio? Una prospettiva preoccupante per milioni di persone con background migratorio in Germania
Per le molte persone con doppia cittadinanza che oggi vivono in Germania, questa ipotesi è terrificante, poiché equivale a sentirsi cittadini tedeschi di serie B, esposti al rischio almeno teorico di poter essere rimpatriati in un Paese che magari non hanno neppure mai visto. L’idea che la propria cittadinanza tedesca possa essere oggetto di discussione politica è profondamente disturbante per i diretti interessati, in un il clima politico che sta cambiando sensibilmente, in una direzione che non sembra promettere nulla di buono per le persone con un background di migrazione in Germania.
Attualmente, in Germania vivono circa 5,8 milioni di persone con doppia cittadinanza, secondo stime non ufficiali. Molti hanno una seconda nazionalità europea e molti hanno quella turca – dal momento che la comunità turca è una delle più grandi comunità nazionali sul territorio tedesco. Negli ultimi anni, si è registrato un aumento delle naturalizzazioni da parte di cittadini siriani e afghani – Paesi che non permettono di rinunciare alla cittadinanza d’origine. Lo stesso vale per nazionalità come quelle iraniana, tunisina, costaricense o maldiviana. Come confermato dal Ministero degli Esteri, queste persone non hanno la possibilità giuridica di rinunciare alla seconda cittadinanza, anche volendo.
Il passato nazista: perché la costituzione tedesca vieta la revoca della cittadinanza
La questione solleva inoltre rilevanti obiezioni giuridiche. L’articolo 16 della Legge fondamentale tedesca, infatti, vieta espressamente la revoca della cittadinanza, proprio per evitare che questa venga nuovamente utilizzata come strumento politico, come accadde durante il nazionalsocialismo. Furono proprio i nazisti, infatti, a togliere sistematicamente la nazionalità agli ebrei e a spogliarli dei diritti civili, insieme ad altre minoranze e agli oppositori del regime. Attualmente, la legge tedesca consente la perdita della cittadinanza solo in casi specifici, come l’arruolamento volontario in forze armate straniere e organizzazioni terroristiche e solo a condizione che ciò non comporti l’apolidia. Inoltre, la naturalizzazione può essere revocata entro dieci anni se risulta essere stata ottenuta con l’inganno.
Tuttavia, i piani discussi nella coalizione andrebbero ben oltre, secondo i critici. Thomas Groß, professore di diritto all’Università di Osnabrück, ha dichiarato ad ARD Monitor che l’utilizzo della cittadinanza come strumento contro l’estremismo rischia di aprire un “vaso di Pandora”. A suo avviso, vi è il rischio che tale facoltà venga strumentalizzata da forze politiche estreme e ulteriormente estesa in futuro, per prendere di mira specifiche minoranze presenti in Germania e in particolare coloro che hanno mantenuto la doppia cittadinanza. Groß sottolinea inoltre l’assenza di definizioni giuridiche precise nei documenti esplorativi: concetti come “sostegno al terrorismo”, “antisemitismo” ed “estremismo” non sono delineati in modo chiaro, il che rende difficile tracciare una linea tra comportamento penalmente rilevante e libertà di espressione. Il rischio è quindi che qualsiasi posizione politica di opposizione a un futuro governo possa essere tacciata di “antisemitismo” o “supporto al terrorismo” anche senza una base sostanziale e quindi trasformare la revoca della cittadinanza in un efficace strumento di repressione del dissenso.




