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Il piano di Habeck per la migrazione non piace ai Verdi

Nelle ultime settimane, i Verdi hanno guadagnato qualche punto nei sondaggi elettorali tedeschi e all’interno del partito, inevitabilmente si specula tanto sulle cause della rimonta quanto su quelle del crollo generale rispetto alle elezioni del 2021, che ha portato i Verdi in quarta posizione dietro CDU, AfD ed SPD.

Martedì, il candidato cancelliere del partito, nonché attuale vicecancelliere e Ministro dell’economia Robert Habeck ha scelto di rompere un tabù politico, occupandosi apertamente di un tema che viene tradizionalmente considerato dominio esclusivo della destra, ma che risulta anche in cima alle preoccupazioni dei tedeschi, secondo i principali sondaggi: l’immigrazione.

Il piano di Habeck – che somiglia troppo a quello di Merz

Habeck ha presentato un piano in dieci punti per affrontare la crisi migratoria e rafforzare la sicurezza interna e le reazioni, sia dentro che fuori dal partito, sono state contrastanti. Tradizionalmente, i Verdi hanno sempre evitato di affrontare in modo diretto questo tema, in omaggio alla convinzione che occuparsi di temi tradizionalmente considerati di destra porti inevitabilmente un vantaggio elettorale ai partiti conservatori.

La scelta di Habeck fa quindi pensare a una specie di riposizionamento del partito, in risposta alle accuse di una parte dell’elettorato che ravvisa nei Verdi una scarsa considerazione per le preoccupazioni reali della popolazione e un focus eccessivo sui temi ambientali. 

Ma cosa prevede il piano di Habeck? Nei suoi dieci punti (il doppio di quelli che sono quasi costati la credibilità politica a Friedrich Merz) il candidato verde chiede, tra le altre cose, un aumento dei poteri delle autorità e delle forze dell’ordine, l’introduzione di screening per individuare eventuali disturbi mentali tra i richiedenti asilo e un’intensificazione dei controlli su islamisti ed estremisti (senza però inserire definizioni precise per queste categorie). Il documento chiede inoltre l’espulsione “coerente” delle persone pericolose e dei cittadini non tedeschi che commettono reati gravi, l’accelerazione “drastica” delle procedure di asilo e l’attuazione “immediata” della riforma del Sistema europeo comune di asilo. Pur respingendo l’idea di chiudere le frontiere, la proposta riecheggia alcune posizioni tipicamente conservatrici.

Critiche interne: “La posizione di Habeck non è quella dei Verdi”

Dalle fila dei Verdi, le critiche sono arrivate praticamente subito. Il documento, hanno dichiarato numerosi esponenti del partito, riflette esclusivamente le posizioni di Habeck e non quelle dei Verdi. Particolarmente infastiditi – e non per la prima volta – sono i rappresentanti dell’associazione giovanile del partito. Katharina Müller, membro del comitato esecutivo dei Giovani Verdi, ha scritto su Threads che i dieci punti illustrati dal candidato cancelliere non hanno “nulla a che fare con il programma elettorale dei Verdi”. La presa di posizione di Robert Habeck viene visto come un modo di assecondare la narrativa dei partiti di destra e, in generale, come il sintomo di uno spostamento a destra della politica in blocco, che punta ad arginare i populismi acquisendone le istanze.

Questo non perché i Verdi non abbiano posizioni politiche su sicurezza e immigrazione, ma perché queste posizioni problematizzano la questione a monte. Pochi giorni fa, Jan-Denis Wulff, commissario dei Verdi presso l’Ufficio Federale di Polizia Criminale, ha delineato, in un articolo pubblicato dalla Berliner Zeitung, un concetto di “sicurezza” basato su un’analisi più ampia del fenomeno migratorio e che non si limita a chiedere deportazioni e  controlli alle frontiere, puntando invece sulle misure preventive.

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