![watergate](https://www.ilmitte.com/wp-content/uploads/2024/12/1024px-Watergate_berlin-780x470.jpg)
Dopo 22 anni di attività, il leggendario club techno berlinese Watergate ha chiuso i battenti a capodanno, con una “party-maratona” lunga 35 ore e ancora in corso. Finirà ufficialmente, infatti, solo il 2 gennaio.
L’evento vede esibirsi 40 DJ per quello che è stato definito “l’ultimo ballo sotto il tetto del Watergate”, un lungo addio “con stile e grazia”, per usare una citazione di Chandler e le parole degli organizzatori.
Il 31 dicembre il Watergate ha festeggiato la fine con un party di 35 ore
La decisione di non rinnovare il contratto di locazione era stata annunciata già a settembre dai gestori dello storico locale, che hanno citato l’aumento dei costi e il cambiamento della “club culture” come motivazioni principali. “I tempi in cui Berlino era invasa da clubber sono finiti, almeno per il momento, e la scena lotta per la sopravvivenza” si legge sul sito web ufficiale.
Questo epilogo ha suscitato un’ondata di reazioni tra gli appassionati di musica elettronica e i frequentatori abituali del club, molti dei quali hanno espresso il loro dispiacere e la loro nostalgia per la chiusura di un luogo che ha rappresentato un punto di riferimento nella vita notturna di molti.
Com’è noto, Berlino non è associata tanto al turismo tradizionale, quanto a un’atmosfera libera e a uno spirito creativo “tipico”, lontano anni luce dalle logiche del mainstream. In questo senso, anche i club berlinesi più famosi si distinguono dalle discoteche popolari in altre capitali europee, perché esprimono una subcultura alternativa e quasi “antituristica”. Elemento che paradossalmente ha sempre aumentato il loro fascino agli occhi di chi visita la capitale tedesca, perché tutti vogliono entrare in un luogo che non lascia entrare tutti.
Il Watergate è considerato dalla Clubcommission, l’associazione che rappresenta i locali notturni berlinesi, un motore fondamentale nello sviluppo della scena techno di Berlino e che ha contribuito a renderla famosa a livello internazionale. “Ora un altro club nel centro della città sta scomparendo e con esso opportunità di performance e posti di lavoro” ha commentato il portavoce dell’associazione, Emiko Gejic.
La chiusura del Watergate, infatti, non rappresenta solo una perdita per gli amanti della musica elettronica, ma anche per l’economia locale e per la cultura urbana di Berlino, che ha sempre trovato nel settore un terreno fertile per l’innovazione e la creatività. Secondo la Clubcommission il momento è critico e molti club faticano a sopravvivere senza finanziamenti esterni. “Non se la passano bene” ribadisce Gejic. La pandemia di Coronavirus ha ulteriormente aggravato la situazione, costringendo molti locali a rimanere chiusi per lunghi periodi e a far fronte a ingenti perdite economiche.
Sullo sfondo c’è inoltre una nuova politica di austerity del governo cittadino (a trazione SPD e CDU), con l’annuncio di una serie di tagli che colpiranno in larga parte proprio il settore culturale. In questo senso molti operatori esprimono il timore che il volto stesso della città possa risultarne stravolto e che questo non faccia bene neanche al budget, sul lungo periodo. “Sono la cultura e i club a portare la gente a Berlino” ha dichiarato a The Art Newspaper Emma Enderby, direttrice del KW Institute for Contemporary Art, sottolineando proprio questo concetto.
Per questo motivo, la Clubcommission ha lanciato un appello per un maggiore sostegno economico al settore, sottolineando che molte attività potrebbero non sopravvivere senza finanziamenti e che non si parla di mero intrattenimento, ma anche di centri culturali che contribuiscono alla stessa vitalità di Berlino.
Gli organizzatori del Watergate guardano al futuro con ottimismo, nonostante tutto, avendo scelto come motto per l’ultima festa “Ogni fine è un nuovo inizio“. Sperando che la fine di un’era non ne precluda un’altra, in linea con la capacità della club scene di reinventarsi e rinnovarsi, nonostante tutto.