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Edilizia popolare in crisi: Die Linke lancia la proposta per Berlino

La crisi degli alloggi è forse il principale problema di Berlino, ormai da diversi anni a questa parte. Le diverse forze politiche non sembrano riuscire ad addivenire a un accordo e, soprattutto, non sembrano inclini a prendere seriamente in considerazione le soluzioni proposte dalle associazioni degli inquilini. Uno degli elementi più gravi di questa crisi riguarda, in particolare, il drammatico calo del numero di alloggi di edilizia popolare disponibili: man mano che gli immobili vengono ristrutturati per essere affittati a prezzi più alti, infatti, gli appartamenti che rientrano nel programma di alloggi popolari calano di numero, proprio mentre aumentano gli aventi diritto. Il partito Die Linke, il più a sinistra dell’arco costituzionale tedesco, ha proposto un piano di intervento per salvare l’edilizia popolare a Berlino. 

Alloggi popolari decimati in vent’anni

Secondo i dati forniti dal partito, il numero di appartamenti sociali nella capitale tedesca è sceso drasticamente negli ultimi due decenni, passando da oltre 400.000 unità all’inizio degli anni 2000 a meno di 100.000 oggi. Si stima che entro il 2030 potrebbero rimanere solo 40.000 alloggi sociali, ovvero un decimo di quelli che esistevano all’inizio del periodo in esame.

La situazione è particolarmente critica nel distretto di Friedrichshain-Kreuzberg, dove si prevede la perdita di un quarto delle abitazioni popolari entro fine 2025, il che provocherebbe, inevitabilmente, un cambiamento drastico anche nel tessuto sociale del quartiere. Il fenomeno della riduzione degli alloggi sociali, in generale, risulta più accentuato a Berlino e nel Brandeburgo rispetto al resto della Germania.

A fronte di questo rapido deterioramento dell’offerta abitativa a prezzi accessibili, Die Linke sottolinea che, al momento, oltre un milione di famiglie avrebbero diritto a un alloggio popolare. Il partito teme un ulteriore aumento di questa domanda, considerando il contesto economico attuale e la crescente instabilità nel Paese. La pandemia di COVID-19 e la crisi energetica, d’altronde, hanno esacerbato le disuguaglianze economiche, rendendo ancora più urgente la necessità di soluzioni abitative accessibili per le fasce più vulnerabili della popolazione.

Il programma di Die Linke per l’edilizia popolare

Per contrastare questa tendenza, Die Linke ha presentato alla Camera dei Rappresentanti un programma articolato in tre punti: costruzione e ristrutturazione di immobili, rimunicipalizzazione di quelli esistenti e regolamentazione del settore. Questo piano ambizioso mira a invertire la rotta e a garantire che Berlino rimanga una città accessibile per tutti i suoi abitanti, indipendentemente dal reddito.

Il piano prevede innanzitutto un sostegno finanziario alle associazioni edilizie statali, con l’obiettivo di costruire 7.500 nuovi appartamenti all’anno che siano permanentemente dedicati solo all’edilizia popolare e che non possano cambiare destinazione d’uso. Si propone lo stanziamento annuale di almeno un miliardo di euro da parte del Senato berlinese a questo scopo.

Il secondo punto riguarda il riacquisto degli alloggi sociali in via di dismissione da parte delle autorità pubbliche. Die Linke chiede anche l’elaborazione di criteri specifici per evitare l’acquisizione di immobili di scarsa qualità. Il partito suggerisce inoltre la creazione di punti di contatto locali per gli inquilini, che possano fornire supporto e consulenza su questioni abitative.

Come terza misura, si propone una regolamentazione più stringente del mercato immobiliare. In particolare, si vorrebbe imporre ai proprietari di grandi patrimoni immobiliari l’obbligo di affittare una percentuale degli appartamenti, fino al 35%, a persone con certificato di idoneità all’alloggio sociale. La percentuale, inoltre andrebbe a crescere in modo direttamente proporzionale al numero degli alloggi che ogni azienda possiede sul territorio, soprattutto con lo scopo di disincentivare la speculazione edilizia e il monopolio dei grandi gruppi privati sul mercato degli alloggi.

Il punto dolente: il referendum ignorato sull’esproprio

Die Linke fa riferimento, a questo proposito, anche al referendum del 2021 sull’esproprio delle grandi società immobiliari, sostenendo che la socializzazione sarebbe una soluzione anche più efficace per preservare gli alloggi a prezzi accessibili. Il partito, come del resto le associazioni degli inquilini, critica in particolare la mancata attuazione di questa misura, nonostante una commissione di esperti ne abbia confermato la fattibilità giuridica dopo che il voto popolare l’aveva approvata. Questo referendum, che ha visto una forte partecipazione, ha dimostrato il sostegno diffuso per misure radicali volte a proteggere il diritto alla casa. Tuttavia, il Senato non ha portato avanti l’attuazione del programma e, semplicemente, ha smesso di discuterne.

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Manifesto della campagna per l’esproprio a Berlino. Foto: Moises Gonzalez on Unsplash

Va notato che Die Linke non fa attualmente parte della coalizione di governo a Berlino. Il programma presentato sembra quindi delineare la visione del partito in vista delle prossime elezioni federali e locali, più che una proposta immediatamente attuabile.

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