Reddito di Cittadinanza: è ancora scontro nel governo. Lindner contro Heil
Il reddito di cittadinanza, considerato la più ambiziosa riforma sociale del governo tedesco, è al centro di un acceso dibattito sulla sua sostenibilità finanziaria e sulla sua efficacia nel lungo termine. Questa misura, introdotta per garantire un sostegno economico a chi si trova in difficoltà, ha suscitato opinioni contrastanti tra i membri della coalizione di governo e il suo più fiero oppositore è stato, fin dal primo momento, il Ministro delle Finanze Christian Lindner (FDP), che ha più volte puntato il dito proprio contro questa misura di welfare, additandola come una delle principali cause della crisi economica tedesca. Nonostante le misure restrittive e le sanzioni più severe per evitare abusi del sistema, Lindner si fa ancora portavoce di coloro che ritengono che il provvedimento sia eccessivamente generoso e possa disincentivare la ricerca attiva di un impiego. Il nodo cruciale di questa discussione è il finanziamento del reddito di cittadinanza, che è diventato motivo di scontro all’interno della coalizione di governo.
Heil sul Reddito di Cittadinanza: “Indecente mettere chi guadagna poco contro chi dipende dallo Stato per vivere”
Nello specifico, Christian Lindner, ha espresso preoccupazioni riguardo alla copertura finanziaria del programma. Ha dichiarato che, qualora i fondi stanziati nel bilancio non fossero sufficienti a coprire le spese previste, il ministro del Lavoro, Hubertus Heil (SPD), dovrà proporre soluzioni alternative per reperire le risorse necessarie. Lindner ha sottolineato l’importanza di mantenere un equilibrio tra il sostegno sociale e la responsabilità fiscale, evidenziando che il bilancio statale non può essere messo a rischio. Da parte sua, Heil ha respinto le critiche secondo cui il sussidio scoraggerebbe il lavoro, affermando che l’occupazione resta un obiettivo fondamentale del governo e accusando i detrattori della misura di “mettere le persone le une contro le altre”, nello specifico riferendosi alla retorica che contrappone i lavoratori a basso reddito e ai beneficiari del sostegno statale. Aizzare chi lavora per un salario ridotto contro chi ha bisogno del RdC per sopravvivere, ha dichiarato il ministro, è “indecente”. Heil ha sottolineato che il reddito di cittadinanza è progettato per integrare il guadagno di chi lavora, non per sostituirlo e che il governo dovrebbe invece preoccuparsi di rendere il lavoro più remunerativo, per fare in modo che nessuno abbia bisogno di integrare il proprio reddito con aiuti statali.
Quest’anno, il governo ha stanziato 43 miliardi di euro per il reddito di cittadinanza, una cifra che rappresenta circa il 10% del bilancio totale dello Stato. Heil ha stimato che il costo per il prossimo anno sarà di 36 miliardi di euro, ipotizzando che molti beneficiari torneranno al lavoro grazie alle politiche di reinserimento lavorativo e alle misure di formazione professionale. Tuttavia, il leader dell’opposizione Friedrich Merz (CDU) ha definito la misura un fallimento, sostenendo che non incentiva adeguatamente il lavoro e chiedendo modifiche per garantire che chi lavora e paga le tasse abbia un reddito superiore a chi non lavora affatto. Merz ha proposto di rivedere i criteri di accesso al sussidio e di introdurre incentivi più forti per chi accetta lavori a tempo parziale o a bassa retribuzione.
Il ministero ha smentito le voci sugli aumenti di spesa
Heil ha replicato che molti beneficiari del reddito di cittadinanza sono già lavoratori, spesso percettori di integrazioni al reddito, e che il sussidio è spesso indispensabile, per esempio, per le madri single e le famiglie numerose. Ha sottolineato che il sistema è progettato per sostenere chi è in difficoltà temporanea e per facilitare il ritorno al lavoro, non per sostituirsi interamente all’occupazione. Il ministero del Lavoro ha inoltre smentito le voci su un aumento di 9 miliardi di euro dei costi nel 2024, confermando che gli importi standard non aumenteranno nel 2025, a meno che non vi siano cambiamenti significativi nelle condizioni economiche.
La co-leader dei Verdi Britta Haßelmann ha invitato a una riflessione più pacata su questo tema, cercando di mediare e sottolineando che solo al consuntivo del bilancio attuale si conosceranno le effettive spese per le prestazioni sociali e i risparmi derivanti dalle misure occupazionali. Haßelmann ha evidenziato che il fattore chiave sarà l’andamento economico generale, per il quale si attendono, la prossima settimana, le previsioni autunnali del ministro dell’Economia Robert Habeck (Verdi). Gli istituti di ricerca economica hanno recentemente rivisto al ribasso le stime di crescita per il 2025, portandole allo 0,8%.