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La Charité vieta di esporre il candelabro di Hanukkah. Protestano gli studenti ebrei

L’ospedale universitario Charité a Berlino si è trovato al centro di un dibattito acceso in seguito al divieto imposto agli studenti di religione ebraica di installare un candelabro di Hanukkah all’interno della struttura. La richiesta degli studenti è stata respinta con fermezza dalla direzione, che si è richiamata al principio di neutralità.

Che cos’è la festa di Hanukkah

Hanukkah è una festa ebraica che spesso viene in qualche modo “sovrapposta” al Natale, dal momento che cade poco prima, ma che non ha nulla a che fare con quella cristiana. Dura fino al 15 dicembre e commemora la ridedicazione del Secondo Tempio di Gerusalemme dopo una rivolta contro i greci nel 164 a.C. Il candelabro è il simbolo che la contraddistingue perché fa riferimento al cosiddetto “miracolo della luce”.

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Vysotsky, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons dati

Le obiezioni

A rendere pubblico il dibattito su questo tema è stato Ruben Gerczikow, ex vicepresidente dell’Unione studentesca ebraica di Germania, attraverso un post su X. La direzione dell’ospedale ha risposto a Gerczikow dichiarando di comprendere e rispettare il significato del candelabro di Hanukkah nella fede ebraica”, ma ribadendo che esistono chiari limiti per l’utilizzo pubblico di simboli e le pratiche religiose nelle aree pubbliche dell’ospedale universitario.


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L’Istituto Tikvah di Berlino, che occupa di contrastare l’antisemitismo l’antisemitismo, ha commentato la situazione accusando la Charité di violare la libertà religiosa degli studenti ebrei.

Alla prevedibile obiezione riguardante la presenza dell’albero di Natale, onnipresente decorazione legata al periodo del Natale – cioè di una festa cristiana – la direzione della Charité ha risposto che l’albero fa eccezione, in quanto è considerato un simbolo di pace universale, che trascende i confini religiosi ed è “molto diffuso nella società”.

Anche Volker Beck, presidente della Società tedesco-israeliana, ha commentato le motivazioni della Charité su X, definendo il comportamento della direzione dell’ospedale”incostituzionale e discriminatorio”.

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