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Rübezahl: l’enigmatico signore delle montagne del folklore tedesco

Nelle foreste più profonde, tra le maestose cime dei Monti dei Giganti (Riesengebirge), nei Sudeti Occidentali, abita un personaggio enigmatico che fa parte del folklore tedesco e non solo: il Rübezahl. Esploriamo le varie sfaccettature di questa figura e il fitto mistero che la avvolge.

Un nome dal significato incerto

L’origine del nome Rübezahl è sfuggente quanto la stessa entità a cui si riferisce. Nelle leggende e nella letteratura, questa creatura appare in svariate incarnazioni: da gigante custode di tesori nascosti sulla montagna a monaco che induce i viaggiatori a smarrirsi, da corvo a asino e talvolta assume persino fattezze demoniache.

In un racconto scritto nel 1783, Johann Karl August Musäus cercò di spiegare il significato di questo bizzarro nome. Nella storia il personaggio in questione rapisce una principessa che intende sposare, Emma, e la porta nel suo regno sotterraneo.

La ragazza finge di acconsentire, ma pone come condizione che lui conti prima tutte le rape di un campo e grazie a una particolare abilità riesce a gabbarlo e fuggire dal suo principe, Ratibor, non senza aver prima irriso la creatura, chiamandola beffardamente Rübezahl. Nome che i più considerano formato dalla parola tedesca “Rübe,” che significa “rapa,” e “Zahl,” che significa “numero. Un’altra possibile spiegazione è il legame tra il nome Riebe e la parola medio-alto-tedesca “zagel“, che significa “coda“, forse in riferimento alla coda da demone con cui questa figura a volte si presenta nelle storie popolari.

Quale che sia la spiegazione, questa creatura detesta essere chiamata Rübezahl e l’appellativo con cui si aspetta di essere chiamata è invece “Herr der Berge” e cioè “Signore delle Montagne“.

Rübezahl
Rübezahl. Moritz von Schwind, Public domain, via Wikimedia Commons

Una figura ambivalente

Rübezahl è un personaggio dal carattere ambivalente. Come i folletti alterna momenti di gentilezza e di pura astuzia, può apparire giusto e servizievole e un momento dopo capriccioso e dispettoso. In genere è gentile con le persone buone, che aiuta con doni o insegnando loro rimedi segreti, ma se viene deriso si vendica, spesso scatenando tempeste. È associato anche a un giardino segreto contenente erbe miracolose, che protegge attentamente dagli intrusi.

Come abbiamo visto, agli uomini si presenta sotto varie forme: monaco con una veste grigio cenere, minatore, artigiano, signorotto o addirittura in forma di animale o di oggetto (ceppo d’albero, pietra, nuvola). Governando il clima sui Monti dei Giganti, può inoltre scatenare all’improvviso temporali, nebbia o neve, anche nelle giornate più serene e soleggiate.

Rübezahl
La più antica rappresentazione della leggendaria figura di Rübezahl, nella mappa della Slesia di Martin Helwig (1561). Mouagip, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, via Wikimedia Commons

La nascita di una leggenda

Le leggende su Rübezahl affondano le radici nel folklore popolare tedesco fin dal 1400. La sua prima rappresentazione grafica, sotto forma di demone con la coda circondato da montagne e villaggi, risale al 1561, su una mappa della Slesia realizzata dal cartografo Martin Helwig.

Nel 1566, invece, il teologo luterano Christoph Irenaeus lo descrisse come un’entità poco raccomandabile, camuffata da monaco e avvistata a Warmbrunn, mentre depistava gli escursionisti, portandoli a smarrirsi su percorsi ciechi, per poi deriderli.

Tracce nella letteratura

Le varie leggende fiorite nei secoli su Rübezahl furono raccolte e trascritte per la prima volta da Johannes Praetorius nella sua “Daemonologia Rubinzalii Silesii“, a tutt’oggi l’opera più completa sull’argomento. In tutto lo scrittore e storico registrò 241 storie su questo bizzarro spirito delle montagne.

Nell’opera di Praetorius torna il riferimento alle misteriose erbe associate a Rübezahl e raccolte dagli erboristi dell’epoca, che le selezionavano sulle montagne per poi portarle agli speziali, per le successive lavorazioni. Per questi professionisti della selezione di erbe e radici, Rübezahl era una sorta di “santo patrono” e ritenevano che fosse in grado di dotare le loro piante di speciali poteri curativi. Oltre a raccogliere elementi del foklore tedesco, Praetorius arricchì questa figura anche di elementi e motivi degli eroi dei libri popolari (Faust, Till Eulenspiegel).


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Rübezahl nella cultura contemporanea

Nonostante siano trascorsi secoli, Rübezahl continua a vivere nella cultura contemporanea, con tracce persino nei paesaggi urbani. A questa entità affascinante, guardiana delle Montagne dei Giganti e dei Sudeti occidentali, è dedicata ad esempio una fontana sul Buchel, il parco cittadino di Marktoberdorf, che presenta una statua in bronzo alta circa 2,50 metri, che guarda proprio in direzione dei Monti Giganti.

Un esempio, questo, di come questa leggenda ricca di mistero abbia ispirato generazioni di narratori, fino al punto di continuare ad abitare anche il presente.

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