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Dal 1° gennaio, l’Italia è fra i Paesi ad alto rischio Covid per chi rientra in Germania

Attenzione: il presente articolo viene aggiornato a seconda della disponibilità di nuove informazioni ufficiali.

A partire dal primo gennaio, l’Italia sarà inserita fra i Paesi ad alto rischio per l’ingresso in Germania. A comunicarlo è il Robert Koch Institut, che stila e aggiorna la lista ufficiale delle destinazioni internazionali, divise per categorie di rischio in base all’incidenza della pandemia e delle diverse varianti. Nell’ultimo aggiornamento, alla lista dei Paesi a maggiore rischio Covid sono stati inseriti anche il Canada, San Marino e Malta.

Cosa fare quando si rientra in Germania dai Paesi ad alto rischio Covid

Chi ha visitato l’Italia durante le festività natalizie e rientra dopo li primo gennaio dovrà attenersi a regole precise.

Tutti i maggiori di 6 anni, indipendentemente dal Paese di ingresso e dal mezzo di trasporto che utilizzano per arrivare in Germania, dovranno produrre all’ingresso o, nel caso dei viaggi aerei, prima dell’imbarco, un certificato di completa vaccinazione (ovvero con ciclo vaccinale da una o due dosi completato da almeno 14 giorni, a seconda del tipo di vaccino, oppure una sola dose per chi abbia già contratto il Covid in passato), oppure un certificato di guarigione (che deve essere avvenuta fra 28 giorni e sei mesi prima) oppure il risultato negativo di un test rapido o PCR. Il molecolare può essere effettuato entro 48 prima dell’ingresso nel Paese. La documentazione relativa prodotta nei Paesi esteri è valida anche in Germania e può essere scritta in tedesco, italiano, inglese, francese o spagnolo.

Chi viene da una zona a rischio come l’Italia è obbligato a registrarsi sul portale online www.einreiseanmeldung.de indicando, oltre ai dati personali, i Paesi visitati nei dieci giorni precedenti e i recapiti in Germania. La registrazione è obbligatoria anche per i bambini di età inferiore ai sei anni. In alternativa alla registrazione online, è possibile compilare questo formulario e inviarlo entro 24 ore dall’ingresso all’indirizzo contenuto nel formulario stesso oppure consegnarlo alle autorità che effettuano i controlli all’arrivo.

Chi entra in Germania da aree a rischio come l’Italia deve sottoporsi a una quarantena di 10 giorni: questa regola al momento non è valida per le persone vaccinate o guarite, a patto che inviino la corrispondente documentazione alle autorità sanitarie tramite il portale www.einreiseanmeldung.de. La quarantena è comunque necessaria fino al momento in cui non si invia la documentazione.

Chi non è né vaccinato né guarito può comunque accorciare la quarantena sottoponendosi a un secondo test dopo un minimo di cinque giorni dall’arrivo. Il risultato negativo del test deve essere comunicato alle autorità tramite il medesimo portale.

La quarantena minima di cinque giorni si applica in ogni caso ai minori di sei anni non vaccinati né guariti, ma non è necessario il test di controllo per terminarla.

Per chi, oltre che in Italia, abbia soggiornato anche in Paesi a rischio varianti, elencati sul sito del RKI, vale in generale un divieto di ingresso con poche eccezioni consultabili qui.

Se l’ingresso è consentito, si applicano tutte le regole di cui sopra, in una versione più rigida. La registrazione su www.einreiseanmeldung.de è possibile solo entro 5 giorni dall’ingresso nel Paese. Il tampone (PCR, da effettuare nelle 48 ore precedenti) è obbligatorio anche per i vaccinati e i guariti e la quarantena è di 14 giorni e non può essere accorciata. Se la categoria del Paese in cui si è soggiornato viene cambiata durante la quarantena, si applicano le regole della nuova categoria.


comitato covid

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Le informazioni ufficiali del RKI sono disponibili anche in inglese su questa pagina.

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