“L’estate è ancora lunga”: il grido di aiuto dei festival dell’Assia per salvare la stagione 2021

Festival dell’Assia: cosa porterà l’estate 2021?

di Francesco Cantoro

Chi segue la musica dal vivo in Germania, in particolare al di fuori dei confini delle grandi città, sa quanto sia ricco e variegato il panorama dei grandi e piccoli festival che ogni estate creano un’offerta di eventi talmente vasta da poter letteralmente passare tutta la stagione fuori casa. E non stiamo parlando di palchi colossali come quelli del Rock am Ring o del Wacken Open Air.

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Gli organizzatori di 42 festival dell’Assia hanno deciso di unirsi

Esistono infatti tantissimi festival basati in località spesso rurali sparse per il Paese, che ogni anno affiancano nei loro cartelloni artisti di un certo richiamo a realtà molto meno conosciute, locali e non, offrendo al pubblico la possibilità di stare insieme e godere di un cartellone vario ed interessante senza i costi e lo stress di un evento mastodontico. Esistono, o meglio esistevano.

Attualmente purtroppo, queste realtà sono minacciate dal rischio che anche l’estate 2021 finisca del tutto persa come nel 2020, e molti organizzatori hanno deciso di unirsi per far sentire la loro voce. Così è nato il documento “Bühnen eine Bühne geben” (letteralmente “Dare una scena ai palchi”), firmato dagli organizzatori di quarantadue festival che hanno casa in Assia e che si sono uniti fondando l’alleanza “Festivals in Hessen”, che a sua volta appartiene alla rete statale di club e locali “Live in Hessen”.

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Il governo non fa distinzioni tra grandi e piccoli festival

Gli organizzatori scrivono di voler “lavorare con i politici e le autorità per trovare soluzioni”, perché “con le conoscenze scientifiche acquisite sul Covid-19, i progressi della campagna di vaccinazione e i sistemi di gestione di igiene e sicurezza già sviluppati per gli eventi all’aperto, i nostri festival potrebbero tornare ad essere luoghi sicuri per l’arte e la cultura in estate”.

Affinché ciò sia possibile sono però considerati necessari “annunci chiari da parte della politica e una migliore differenziazione”. Attualmente infatti, i grandi eventi sono vietati su tutta la linea, dice il portavoce dell’alleanza Merlin Jost, “senza che il governo faccia una distinzione più precisa tra i grandi festival con diverse migliaia di spettatori e i piccoli eventi all’aperto con forse un centinaio di visitatori”.

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Festival dell’Assia: le carenze degli strumenti offerti dal Land

Nel documento vengono formulati tre punti principali, secondo cui c’è necessità di una “comunicazione trasparente” con linee guida chiare, perché i festival hanno bisogno di “sicurezza di pianificazione e spazio di manovra” e anche di “programmi di finanziamento sostenibili”.

Il programma “Ins Freie!” del Ministero della Scienza e dell’Arte dell’Assia (Ministerium für Wissenschaft und Kunst) non solo è considerato dai promotori di questa iniziativa come poco adatto ai festival, ma è addirittura visto come “uno schiaffo in faccia”, perché non sostiene eventi già esistenti, ma nuovi formati che sono orientati solo a un’estate.


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Gli organizzatori ritengono infatti che piuttosto che promuovere iniziative limitate ad un solo anno sarebbe molto meglio preservare ciò che già esiste e ha prospettive a lungo termine. Soprattutto considerando che molte di queste realtà potrebbero non avere i mezzi per sopravvivere un’altro anno senza pubblico, e si troverebbero a sparire senza la speranza di potersi rifare in uno scenario post-pandemia.

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L’importanza culturale e sociale dei festival

In questo contesto, va considerato che i festival sono una parte integrante e rilevante del paesaggio culturale, dell’Assia come di molte altre regioni, e giocano un ruolo importante nella pianificazione annuale di moltissimi giovani e non solo. Sono eventi che coinvolgono una vasta gamma di fornitori di servizi, oltre ad offrire a molti giovani l’opportunità di vivere un’esperienza formativa come volontari.

Con le parole degli organizzatori, questi eventi “creano esperienze emotive e formative e vivono dell’accompagnamento dei giovani, dei nuovi talenti e della promozione culturale. Le strutture organizzative poco burocratiche e per lo più senza scopo di lucro dei festival offrono soprattutto ai giovani l’opportunità di mettere alla prova la loro creatività e le loro competenze relazionali. Molti degli approcci socio-culturali che vengono praticati in questi eventi trascendono da confini sociali, di genere e generazionali e offrono alle persone che si incontrano nei festival modelli di coesistenza nella vita quotidiana”.

Proprio in questo momento di riaperture e speranza per la ripresa di tante attività, vogliamo davvero rischiare di perdere questo patrimonio senza dargli neanche una possibilità?

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