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Angela Merkel si ricandida: l’ultima sfida del 2016

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di Arianna Tomaelo

Angela Merkel si sgranchisce la voce e il microfono torna sul palco europeo: infatti, dopo le elezioni negli Stati Uniti, il 2017 chiama alle urne i cittadini di Germania e Francia.
Se da un lato il vecchio continente trema per l’inevitabile testa a testa tra Juppé e Le Pen, dall’altro vede un’Angela Merkel battagliera che scende in campo ricandidandosi per un quarto mandato come cancelliera, facendo però i conti con le conseguenze a doppio taglio della sua politica. Infatti una parte del suo elettorato sembra non aver gradito la cosiddetta politica “delle porte aperte”, in base alla quale l’anno scorso è stato accolto in Germania più di un milione di persone, tra profughi e rifugiati. Per diverse fonti sarebbe questa una delle ragioni del calo di consensi che la Cdu ha registrato in più di un’elezione regionale.

Pur assumendosi la responsabilità per gli incidenti di percorso capitati al suo partito, la Merkel non si rassegna. Dopo aver fatto intendere per mesi di volerci pensare, ha infatti chiarito ogni dubbio qualche giorno fa, quando Norbert Rottgen, ex ministro dell’ambiente e membro della Cdu, ha rivelato alla CNN statunitense i piani della cancelliera.
Alea iacta est, il dado è tratto, gli imprevisti occorsi durante l’ultimo anno e mezzo non si possono correggere, ma il generale clima di tensione internazionale gioca a favore della Merkel, e dopo Brexit e i risultati delle elezioni negli USA ciò a cui la Germania guarda sono stabilità, cooperazione e il mantenimento del cosiddetto “ordine liberale”. Specialmente a fronte dell’inarrestabile crescita dei movimenti populisti in Europa.

E a questo proposito la Merkel ha infatti un’ulteriore ragione per voler candidarsi: l’avanzata in Germania di AfD (Alternative für Deutschland), il partito xenofobo di estrema destra nato nel 2013 e che dallo scorso anno ha guadagnato ben 10 Länder su 16. Nel suo discorso ufficiale per comunicare la sua quarta candidatura, la cancelliera ha infatti parlato di “coesione della Germania contro l’odio” e ha raccolto una sfida impegnativa. Dovrà quindi impegnarsi se non vorrà perdere il trono, l’anno prossimo, ma Rottgen, sempre nell’intervista alla CNN, ha anche aggiunto che tutto ciò non dipenderà solo da lei: dovranno essere gli Stati Uniti ad incentivare questa manovra.
Angela Merkel ha già ammesso di essere la principale responsabile per la perdita di consenso del suo storico partito,  ma questo semplice atto di penitenza sarà sufficiente a salvarla?

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