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Calibro 35 a Berlino: intervista e biglietti omaggio messi in palio da “Il Mitte”

Come abbiamo avuto modo di anticiparvi in un articolo pubblicato recentemente, i Calibro 35 stanno per suonare a Berlino, al Maschinenhaus (Schönhauser Alle 36, 10435 Berlin U-Bahn). “Il Mitte” assegnerà 1×2 biglietti alla prima persona tra voi che risponderà, scrivendo ad articoli@ilmitte.com, alla seguente domanda:
con quale famosa artista internazionale è appena stato in tour Enrico Gabrielli?
Nell’oggetto della mail dovrete scrivere “Calibro 35 Berlino.
Mentre ci pensate (ma sbrigatevi a rispondere!), gustatevi questa intervista che i Calibro 35 hanno concesso a “Il Mitte”.

 di Lucia Conti

Quella dei Calibro 35 é una formula che poteva non essere compresa, ma che invece ha avuto un grande successo pressoché in tutto il mondo. Ve lo aspettavate?

Un po’ sì, un po’ no, a dire il vero. Pur avendo identità e riferimenti abbastanza precisi il progetto Calibro, come le colonne sonore, esiste nell’intersezione tra vari stili musicali e ambienti culturali. C’è la musica orchestrale, il funk,il rock, il prog, il jazz, il pulp, il noir, il poliziesco, il thriller, Morricone, Isaac Hayes e Gustav Holst. A quel punto c’erano due possibilità: o cadevamo in un limbo di disinteresse tra le varie “nicchie” o riuscivamo a cadere nell’intersezione e solleticare la curiosità degli appassionati di ognuna di esse. Non so bene perché, ma ci siamo riusciti.

Come descrivereste il vostro pubblico?

Difficile dare una definizione univoca e una delle cose che ci rendono orgogliosi è proprio quella di avere un pubblico misto e variegato. C’è l’appassionato che ha visto i polizieschi negli anni ’70, il ragazzo super-giovane che sta imparando a suonare la chitarra, il dj che scopre le colonne sonore tramite i sample utilizzati, la coppia di amici che vuole solo ballare ai concerti.

Le vostre collaborazioni sono assolutamente insigni, da Stewart Copeland a John Parish, ma non solo. Che ricordo avete di queste figure importanti del panorama internazionale?

È bellissimo avere la possibilità di incontrare e confrontarsi con musicisti provenienti da scene molto diverse dalle nostre. Ogni collaborazione ci nutre un sacco e offre un’enorme quantità di stimoli. Tra tutti direi che l’input maggiore è sempre: “non ci sono regole, fai quello che ti piace”.

Conoscete già la scena tedesca? Che opinione ne avete? 

Non conosciamo tantissimo la scena, ma ci sono eccellenze pazzesche come, incredibile a dirsi e credersi, il miglior gruppo funk della storia recente: i Poets of Rhythm/Whitefield Brothers.

Il nuovo cinema vi stimola? E a distanza di cinque album ci sono generi cinematografici che non avete ancora affrontato e sui quali vi piacerebbe lavorare?

Anche grazie ai nuovi sistemi di distribuzione c’è un sacco di cinema e serie molto interessanti che fuggono i cliché storici. Pensiamo a “Gomorra”, “Narcos”, “Strange Things” e “Black Mirror”, ad esempio.
Riguardo ai generi che ci ispirano adesso cerchiamo di seguire più la musica che abbiamo voglia di fare che riferimenti precisi a questo o quest’altro genere. Ci permette di avere una visione più personale e creativa. Non a caso l’ultimo disco, “SPACE”, fa riferimento a un’estetica, quella dello scifi italiano, che ha avuto ben poco se non inesistente sviluppo, ai tempi, e la cosa ci ha permesso di creare e inventare qualcosa di nostro al 100%.

Grazie mille e ci vediamo a Berlino!

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