Intervista a Max Gazzè: “La musica non deve avere confini”

by Barbara Oizmud

MAX GAZZE’ – Ti Sembra Normale from Jacopo Rondinelli on Vimeo.

di Lucia Conti

In vista della sua prossima performance berlinese, che lo vedrà calcare il palco del Fraanz il 18 maggio, abbiamo chiacchierato al telefono con l’inarrestabile Max Gazzè, in tour dal 5 maggio in tutta Europa. Tra soundcheck da fare e aerei da prendere, Max è stato davvero gentile con “Il Mitte” e ci regalato le sue impressioni sulle prime date del suo tour europeo e sulla musica italiana e internazionale.

Stai per suonare a Berlino. Cosa pensi di questa città?

A me Berlino piace moltissimo. Sicuramente, nella lista delle città europee dove vorrei abitare o anche vivere per un periodo, si colloca al primo posto. Di città ne conosco tante, ma a Berlino sono stato più volte ed è una città che mi ispira sempre, anche se non saprei dirti esattamente il perché. É una sensazione. Mi piace molto anche Madrid.

Ci hai suonato da poco, vero? E come sono andate le prime date di questo tour europeo?

Le date sono andate benissimo! Devo dire che c’è stata una risposta splendida da parte del pubblico, che segue con vigore quello che accade in Italia. E anche in Italia sto vivendo un periodo molto felice, ho fatto un bellissimo tour e anche il disco che è uscito, a ottobre, ha fatto e sta facendo un bellissimo percorso. É un anno d’oro, un anno fortunato.

Sei cresciuto tra Italia, Belgio e Francia. Com’è per un artista dal background internazionale muoversi all’interno dei confini italiani? E quanto è difficile uscire da questi confini?

Intanto è chiaro che la lingua diventa un po’ un ostacolo e la fruizione internazionale della lingua italiana è un traguardo difficile. In questo momento storico l’inglese predomina, ma è vero anche che all’estero c’è una grande accoglienza da parte del pubblico verso gli artisti italiani. Alcuni di loro sono conosciuti in Francia, Spagna e anche in Sudamerica. É chiaro che diventa più difficile riuscire a farsi strada nei Paesi anglofoni. C’è sicuramente più apertura da parte della Germania, che è molto aperta verso la musica italiana. Ultimamente ci sono dei segnali interessanti anche nel nostro Paese e una maggiore disponibilità verso la musica che arriva dall’estero. In questo momento primo in classifica in Italia è un brano cantato in spagnolo e fino a poche settimane fa era primo un brano cantato in francese.

Insomma i tempi stanno, pur se lentamente, cambiando…

Credo di sì e credo che da adesso in poi i confini saranno sempre meno spessi e l’approccio anche culturale alle varie contaminazioni musicali diventerà più ampio, perché ogni Paese d’Europa ha una sua tradizione, che poi trasmette attraverso la musica, ed è giusto che sia così, la musica non deve avere confini. Poi molta gente ascolta brani in inglese senza capire niente… a questo punto tanto vale sentire anche musica cantata in altre lingue. Ed è anche una responsabilità della discografia quella di aiutare questo processo necessario, non dico per sminuire, ma almeno per riequilibrare questo strapotere, questo stradominio della lingua inglese, che ci ha abituati per trent’anni a sentire musica britannica e americana.

Vuoi salutare i nostri lettori?

Un saluto enorme ai lettori de “Il Mitte” da Max Gazzè!