“Familland”, il gioco di carte che educa alla diversità

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di Lucia Conti

“Familland” è un gioco di carte per bambini “dai sei ai novantanove anni”, ed è nato dall’iniziativa di Ilaria Acerbi, pedagogista, e Cristina Pareschi, illustratrice.

Le carte sono sessanta e presentano otto colori e simboli diversi a partire dai quali è possibile formare innumerevoli tipi di famiglia. Una volta formata la famiglia va descritta, in parte osservando, in parte inventando vere e proprie storie, se si vuole. Sono presenti famiglie interculturali, interreligiose, interrazziali, intergenerazionali, omogenitoriali, mononucleari e ogni carta rappresenta un personaggio per un totale di 48 figure, tratteggiate avendo cura di rappresentare i membri diversi di una società fondata sull’inclusione e sul rispetto.

Lo scopo del gioco è insegnare ai più piccoli, ma non solo, a non discriminare le famiglie meno comuni o più distanti dal cosiddetto modello dominante e far sentire ogni bambino sereno di fronte alla società, quale che sia il nucleo da cui proviene o il contesto in cui è cresciuto.

Per realizzare questo progetto, che ha come scopo finale contrastare i pregiudizi di ogni tipo, promuovere l’integrazione e il rispetto degli altri e combattere il bullismo, le ragazze hanno avviato un crowdfunding su Startnext che avrà termine il venticinque aprile.

Il progetto non prevede utili, ma solo la raccolta di fondi destinati esclusivamente a mettere in produzione il gioco.

Chi parteciperà contribuirà a rendere disponibili 500 copie di “Familland”. Sono state inoltre create 50 scatole speciali realizzate da un’azienda in cui lavorano persone disabili.

Ilaria lavora come pedagogista clinica in un centro per bambini autistici e vive a Berlino da cinque anni. Nell’ambito della sua professione ha avuto modo di sperimentare quanto la dimensione del gioco sia importante e quanto l’interazione tra famiglia e società sia il perno di un corretto sviluppo psicofisico.

Cristina, invece, vive a Berlino da sei anni, si è formata in ambito accademico, ha lavorato nella moda e infine sviluppato un interesse specifico come illustratrice, collaborando con vari media. Negli ultimi anni si è concentrata sull’infanzia e su temi sociali. Recentemente ha creato una serie di bambole e illustrato un libro sui migranti, diventato in seguito anche progetto teatrale.


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