Achterbahn: il documentario sullo Spreepark. Il crollo di un parco e di una famiglia

Photo by chris grabert
achterbahn-spreepark-d3eb30f9-36e9-42d7-a856-c0368f088905
© ChicoBe

di Giampaolo Cufino

Il Mobile Kino di Berlino ha presentato il 29 giugno “Achterbahn” (Otto volante), un documentario del 2009 sul leggendario Spreepark, il primo e unico parco di divertimenti della DDR, abbandonato da una decina di anni, con i suoi dinosauri capovolti e le giostre che sembrano riposare. Sicuramente è il più famigerato terreno improduttivo della città. Nel documentario viene raccontato in particolare il dramma della famiglia Witte, il cui padre, Norbert, per un periodo fu il re del parco dei divertimenti.

Scritto e diretto da Peter Dörfler, il documentario sta riscontrando molta acclamazione, soprattutto fra i berlinesi. Peter dice di essere stato attirato da un articolo di giornale che ritraeva la foto di questo individuo trasandato ma con una storia incredibile alle spalle. Il suo nome era Norbert Witte. Sapeva che tutta la storia legata allo Spreepark aveva dell’incredibile, in cui i colpi di scena si rincorrevano come in un vero e proprio film, in cui gli eroi diventavano antieroi e che un luogo votato al divertimento, poteva rovesciarsi, inevitabilmente.

Tutto ebbe inizio nel 1969, quando la DDR inaugurò il suo primo e unico Luna Park. Il progetto ricevette il nome di “Parco culturale Plänterwald”, per evitare qualsiasi accostamento a concetti che appartenessero all’Occidente, considerato – all’epoca – decadente. Vicino al monumento sovietico di Treptower Park fu pianificata una struttura completa per “l’educazione del popolo e l’ intrattenimento”. Ma alla fine venne ultimato solo il parco dei divertimenti, il cui aspetto spartano contrastava con lo sfarzo dei luna park occidentali.

Sulla superficie asfaltata c’erano le bancarelle e le giostre rigorosamente in fila. Già a suo tempo l’attrazione principale era la ruota panoramica, che oggi si erge in mezzo alle rovine come un memoriale, circondato da un lago di acqua salmastra. I ponti di legno per raggiungere le gondole galleggianti sono marci o crollati.

Una colonia di cigni giganti deperisce nelle acque torbide. Le coppie innamorate da molto tempo ormai non si godono più una romantica gita sui canali artificiali. Adesso di romantico è rimasta solo l’atmosfera di decadenza.

Nel 1991, la svolta: il giostraio Norbert Witte si aggiudica l’ appalto. Investe milioni per trasformare il parco dell’ Est alla “maniera occidentale”. L’asfalto sparisce, i giardinieri impiantano stagni, ruscelli, aiuole e viali alberati e nuove giostre vengono aggiunte. Solo il numero di visitatori comincia a calare vistosamente. Perché?

C’ è chi dà la colpa al parcheggio che mancava e che comunque non si sarebbe potuto fare, perché il verde della Plänterwald faceva parte di un’area protetta.

I titoli dei giornali iniziarono subito a parlare di debiti, fideiussioni e contributi politici. Alla fine la completa insolvenza.

“Chiuso per motivi tecnici”, questa scritta si trova ancora sull’insegna presso il cancello d’ingresso con le inferriate, un’elegante perifrasi. Il vento soffia attraverso le finestre rotte delle biglietterie e sui vetri ancora intatti stacca i resti di vecchi adesivi. Orgogliosamente, è arroccata la ruota panoramica, pagliacci allegri sembrano ancora salutare il pubblico assente, ma i loro volti in realtà sono sbiaditi e tristi come tutto il parco: una fabbrica di buon umore diventata il regno della depressione. Insieme al parco è crollata anche un’ intera famiglia.

Photo by chris grabert
Photo by chris grabert

Nel 2002 Witte imbarca alcune delle giostre in Peru’. Dallo Spree al Sud America per tentare un nuovo di rilancio. Ma anche questo piano fallisce e Witte imballa nuovamente tutto per il ritorno.

Insieme alle attrazioni smontate con nomi come “Butterfly” e “Tappeto volante”, viaggiano verso la Germania un centinaio di chili di cocaina.

Witte viene condannato a sette anni di carcere. Mentre suo figlio Marcel finisce di fronte a un tribunale peruviano. La sentenza: venti anni di prigione. E ancora oggi langue in carcere in Peru’.

Eppure Norbert Witte non si arrende ancora, ma sulla proprietà pesa un debito di decine di milioni. Si smette di noleggiare anche l’area come set cinematografico, sebbene in numerosi gialli e serie per la TV vennero girate moltissime scene con attori che si rincorrevano tra la ruota panoramica e i dinosauri. Nel marzo 2014 tramonta definitivamente l’era Witte.

Nell’agosto del 2014 un incendio doloso distrugge e cancella parte delle attrazioni in abbandono del parco.

La società  Grün Berlin GmbH di Berlino ha riacquistato l’area. Cosa ne verrà? Sicuramente si sta prendendo tempo e intanto cominciano a circolare voci su una possibile futura demolizione.

Per ora potete navigare sul sito ufficiale del parco, stranamente ancora in funzione: www.spreepark.de. Un viaggio virtuale in quello che è stato e ancora poteva essere.