CCCP a Berlino, il grande ritorno: ovazioni, fischi, Scanzi… di tutto, di più!

CCCP in DDDR“: il ritorno a Berlino dei CCCP – Fedeli alla Linea è stato uno degli eventi più attesi dell’anno, anche perché nessuno lo avrebbe mai pensato possibile. Grande è stato l’entusiasmo di chi è riuscito ad accaparrarsi i biglietti, altrettanto grande la rabbia di chi non ce l’ha fatta, mentre online ancora si massacrano gli estimatori “senza se e senza ma” e i neo-detrattori della band, delusi dalla “svolta” iper-cattolica di Giovanni Lindo Ferretti e dal suo supporto a Giorgia Meloni.

In ogni caso, per noi era impossibile non raccontare la reunion di una band unica, per giunta nel luogo in cui è nata. Proprio nella capitale tedesca, infatti, nel lontano 1982, il progetto di “musica melodica emiliana” e “punk filosovietico” ha mosso primi passi e sabato 24 febbraio, ben 42 anni dopo, Giovanni Lindo Ferretti, Massimo Zamboni, Danilo Fatur e Annarella Giudici sono tornati a suonare insieme sul palco dell’Astra Kulturhaus, a Friedrichshain, ex Berlino est. E infatti DDDR sta per “Repubblica Smantellata della Germania Est”.

Questa è la cronaca della prima delle tre serate previste nella capitale tedesca, quella che ha alzato il sipario, per la prima volta, sul passato e sul presente.


Leggi anche:
Intervista a Giorgio Canali: “Con Ferretti d’accordo su niente, da quando ci conosciamo”

CCCP in DDDR, il grande ritorno

Epica e pathos. Questo si aspettava il pubblico, quasi interamente italiano e non solo residente a Berlino, ma arrivato per l’occasione da tutta la penisola (in sala sventolava una bandiera della Sardegna).

La folla ha iniziato a radunarsi davanti all’Astra Kulturhaus fin dal pomeriggio, nel complesso del Raw Gelände, una delle ultime aree post-punk vicino ai resti del Muro, già condannata a morte dalla furia inesorabile della gentrificazione. Il luogo perfetto per il ritorno di una band fuori dal tempo.

CCCP a Berlino, 24 febbraio 2024. Giovanni Lindo Ferretti

All’ingresso, diverse persone si aggiravano in cerca di un biglietto che non erano riuscite a prenotare. Tre date annunciate, tre sold out dopo pochi minuti, ma la prima era ovviamente la più attesa. Mentre qualcuno sventolava un foglio con su scritto “compro biglietti”, le persone in fila facevano amicizia in tutte le cadenze regionali d’Italia.

Lo spettacolo è iniziato intorno alle 9.20. Sfumata nelle casse “Pretty Vacant” dei Sex Pistols, il concerto è solennemente partito con “Depressione caspica“, subito rilanciata dall’eco del pubblico, fidelizzato fino all’estremo.

CCCP a Berlino, 24 febbraio 2024. Ferretti

Annarella contraltare etereo di Fatur

A seguire, un altro classico: “Morire“. La folla ha intonato insieme a Ferretti “la morte è insopportabile per chi non riesce a vivere” e il celeberrimo “ode a Mishima e a Majakovskij“, procedendo a ritmo cadenzato fino a precipitare nella frenesia del finale, con quel “produci, consuma, crepa” entrato nella memoria storica del pubblico dei CCCP. Intanto, la “Benemerita Soubrette” Annarella Giudici correva attraverso il palco, a piedi nudi e fasciata da un abito rosso.

Tanto ha dato e tanto si è spesa, Annarella, durante l’intero concerto, un abito dopo l’altro, un’incarnazione dopo l’altra, contraltare etereo di Fatur, performer e “artista del popolo” che invece ha esibito la sua maschera deforme, sfoggiando costumi post-industriali e una disinibizione fauvista.

CCCP a Berlino, 24 febbraio 2024

Ferretti ha fatto cantare a legioni di atei le canzoni della messa

È stata quindi la volta di “Oh! Battagliero” e poi di “Stati di agitazione“, seguiti dall’intensa “Libera me domine“, con Annarella velata di bianco con una candela in mano, spenta con un soffio alla fine della preghiera di Ferretti. Perché di questo si tratta, di una preghiera. Per anni abbiamo pensato che fossero solo provocazioni culturali, ma Giovanni Lindo era serissimo e ha fatto cantare a legioni di atei le canzoni della messa. In latino. Quella che piaceva a Ratzinger. Stateci.

CCCP a Berlino, 24 febbraio 2024. Annarella Giudici e Giovanni Lindo Ferretti

Un salto nel passato:  com’erano belli, tutti

A quel punto la lineup è sparita backstage e su uno schermo alle spalle del palco è stato proiettato il videoclip della cover di “Tomorrow“, feat. Amanda Lear, che ha riportato il pubblico al glorioso 1988. Quanti ricordi, per molti, e com’era bello tutto: i CCCP con Amanda, i performer con i loro folli costumi e quella sorta di circo punk eclettico e geniale che non ha mai avuto eredi. Eravamo belli anche noi, forse.

CCCP a Berlino, 24 febbraio 2024

A seguire “Tu menti” e quindi una trainante “Curami“, cantata praticamente da tutta la sala, con un’Annarella Giudici ricoperta da una bandiera italiana… e poi è uscito Andrea Scanzi.

L’arrivo di Andrea Scanzi a metà concerto: il putiferio

Si sapeva che Andrea Scanzi sarebbe stato presente, ma non si sapeva esattamente come e quando. Quasi tutti pensavano che avrebbe parlato prima del concerto, pochi ipotizzavano un intervento in chiusura. “L’hanno incontrato a Potsdamer Platz, pare abbia detto che parlerà solo pochi minuti” diceva qualcuno tra la folla. “Guarda che farà un monologo di dieci minuti” ribatteva qualcun altro. Di sicuro, nessuno si aspettava che intervenisse a metà concerto, proprio dopo “Curami”, nel momento di massima esaltazione del pubblico e scatenando una sorta di “apocalisse anticlimatica”.

CCCP a Berlino, 24 febbraio 2024. Andrea Scanzi e Giovanni Lindo Ferretti

Buona parte della folla fischiava, urlava, non rendeva comprensibile che qualche spezzone. L’intervento di Scanzi è durato forse poco più di un minuto (forse qualcosa in più), mentre Giovanni Lindo Ferretti si metteva a quattro zampe, si rialzava, girava su se stesso, puntava il dito, gesticolava con un largo sorriso e a un certo punto ha mostrato al pubblico il dito medio. Con entrambe le mani.

CCCP a Berlino, 24 febbraio 2024. Ferretti durante l’intervento di Scanzi

Uscito Scanzi, Ferretti ha recitato al microfono: “Quanta voglia di purezza in questi sguardi, quanta voglia di poter odiare qualcuno perché ti sta sui coglioni, e lui sta qua, perché vi sta sui coglioni, perché non abbiamo mai voluto che tutti la pensassero come noi, perché portiamo il disordine e non l’ordine, non quello che volete voi, non sono come tu mi vuoi, non sono come tu mi vuoi, non sono come tu mi vuoi, non sono come tu mi vuoi“.

E poi è partita una lunghissima versione di “Emilia paranoica“, disturbata, rumorosa, potente, tellurica. Bellissima.

CCCP a Berlino, 24 febbraio 2024

“La luce se ne va, neanche lei ci sopporta!”

Calmate le acque, è stata la volta di Fatur, che ha abbandonato per un attimo il ruolo di performer per andare al microfono e recitare con cadenza meccanica un testo poetico e lunare. “Con chi dividere la triste gioia di essere ancora vivo?” ha cantilenato a un certo punto. “Meno male che sei vivo, Fatur!” ha risposto qualcuno, dal buio. Poi è andata via la corrente. “La luce se ne va, neanche lei ci sopporta!” ha commentato Ferretti.

CCCP a Berlino, 24 febbraio 2024. Fatur

Senza mai uscire dal personaggio, Fatur ha sorriso inchinandosi, ricambiato con un caloroso applauso e grida di supporto. Intanto, aspettando che la musica ripartisse, il pubblico incolpava i fonici, la Germania e il destino cinico e baro, ma va detto che proprio in quelle ore un intero quartiere di Friedrichshain (spoiler… il mio!) aveva subito un blackout. Forse le cose sono collegate, forse no, ma non importa. Il concerto è ripartito e alla fine è questo che conta.

CCCP a Berlino, 24 febbraio 2024. Fatur

CCCP old school: artiglieria pesante e pogo inevitabile

Tornata la corrente è stata la volta di “Islam punk” e “Radio Kabul” e quindi una cover di “Bang Bang (My Baby Shot Me Down)“, con Annarella Giudici tutta in rosso, parrucca inclusa, e un collegamento, nel finale, tra “Bang Bang” e “Spara Jurij“, che ha fatto partire un inevitabile pogo, nonostante la rispettabile età media della folla.

Il pubblico era infatti quasi tutto tra i 30 e i 50 e oltre, con qualche ultraventenne e una giovanissima fan dei CCCP accompagnata al concerto da genitori “non fidelizzati”. Il padre, in compenso, era il compagno di banco di Caparezza e tutto questo è bellissimo.

CCCP a Berlino, 24 febbraio 2024. Giovanni Lindo Ferretti canta “Bang Bang”, insieme ad Annarella Giudici

Dopo la tempesta, la calma. “Annarella” è stata eseguita in acustico, con un arrangiamento intimo e un tono più sommesso, ma di grande effetto. “Onoratissimo di cantare con voi” ha detto Ferretti alla fine. È stato quindi il momento di “Allarme“, con un pubblico mai stanco di salmodiare quelli che sono stati i mantra dei CCCP e oggi, come nel 1986, molti giovani diventati adulti si sono ritrovati a ripetere “muore tutto/l’unica cosa che vive sei tu/muore tutto, vivi solo tu/solo tu/solo tu/solo tu”, all’infinito.

Ferretti ha mantenuto più o meno sempre la stessa postura, sul palco: sprofondato in una felpa, prima, e in un giubbotto militare, dopo, con mani in tasca o braccia attorno al corpo, non ha mostrato altra enfasi che nel cantato e nei testi, sempre radicali e definitivi. Un bel contrasto, quello tra la sua “statica potenza” e la vivacità teatrale dei performer.

La cover di Massimo Zamboni

Zamboni ha quindi cantato “Kebab Träume“, cover dei D.A.F. (Deutsch Amerikanische Freundschaft), band elektro-wave di Düsseldorf nata fra la fine degli anni ’70 e i primissimi 80. I CCCP l’hanno spesso suonata live, ma non l’hanno mai incisa ed è contenuta, insieme a due altri inediti, nell’album “Altro che nuovo nuovo“, uscito alla vigilia dei concerti berlinesi. L’album ripropone la registrazione live di uno dei primissimi concerti dei CCCP, risalente al 1983, un nastro andato perso, successivamente ritrovato e da poco perla per collezionisti.

CCCP
CCCP a Berlino, 24 febbraio 2024. Massimo Zamboni

La conclusione e l’attesa per le prossime date dei CCCP a Berlino

Dopo la cover, ci sono stati i ringraziamenti di Annarella Giudici, che ha presentato anche gli altri musicisti sul palco, tra cui Ezio Bonicelli (violino), Simone Filippi (chitarra),  Luca Rossi (basso), Simone Beneventi e Gabriele Genta (percussioni). Ferretti, ha detto che tornare a Berlino è stato un “colpo al cuore”, specie trovandosi proprio nell’ex DDR, anzi, DDDR, la “Repubblica smantellata della Germania Est”. Ha poi ribadito che si può “scazzare” e volersi bene comunque, non essere d’accordo e farlo diventare una risorsa e ha ringraziato per gli applausi, per i fischi e per tutto.

CCCP a Berlino, 24 febbraio 2024. Giovanni Lindo Ferretti

A conclusione “Amandoti“, cantata sul palco e sottopalco con passione corale e quindi l’uscita della band, tra gli applausi. Per un po’ la folla ha urlato e chiamato, convinta che ci sarebbe stato almeno un bis, forse due, ma così non è stato. Il concerto è finito senza repliche e tutti sono riemersi nel presente, con le luci accese, il djset, la fila per la birra e la sensazione di essere più giovani e più vecchi. Ora la curiosità è sapere come saranno le altre due serate, quali le variazioni di scaletta e quale energia riuscirà a sprigionare la band che nessuno si aspettava di rivedere. Il motore è acceso e ha iniziato a girare. E adesso?

P.S. Se questo articolo ti è piaciuto, segui Il Mitte su Facebook!