Germania – proposta di legge contro le querele temerarie. “Usate per intimidire”

In Germania si è diffuso, negli ultimi anni, l’uso delle querele temerarie, che, secondo la Ministra della Giustizia Stefanie Hubig (SPD), sono spesso strumenti impiegati per silenziare voci critiche nel dibattito pubblico. Naturalmente non è un fenomeno solo tedesco: a livello internazionale, le cosiddette cause SLAPP (Strategic Lawsuit Against Public Participation – traducibile come “azione legale strategica contro la partecipazione pubblica”) hanno di fatto l’effetto di bloccare la partecipazione alla vita democratica attraverso l’intimidazione. Hubig punta ora a limitarne l’uso.
Che cosa sono le querele temerarie
Questo tipo di azioni legali esistono in un terreno piuttosto spinoso dell’ambito giuridico, perché può essere difficile provarne la natura. Di base, l’obiettivo primario di tali azioni non consiste nel conseguire un successo in tribunale, bensì nell’intimidire l’avversario e nel reprimere il dibattito pubblico sotto la minaccia delle spese legali che possono travolgere un singolo individuo o far fallire un piccolo mezzo di comunicazione. In questo modo, il soggetto che non vuole ricevere una determinata critica, specie se dispone di grandi mezzi economici, può impedire a soggetti più deboli di criticarlo pubblicamente, poiché tali soggetti non sarebbero in grado di sostenere i costi di un giudizio. Queste pratiche, già considerate scorrette nell’ordinamento italiano (secondo l’articolo 96 del Codice di procedura civile) potrebbero essere ora oggetto di un intervento normativo specifico anche in Germania.
Il quadro progetto di Hubig: disincentivare l’uso intimidatorio del potere giudiziario
La Ministra Hubig ha annunciato l’intenzione di introdurre una nuova legge specificamente volta a contrastare le cause a scopo intimidatorio sul territorio tedesco. L’iniziativa si inserisce nel contesto dell’implementazione di una corrispondente direttiva dell’Unione Europea sulle cause SLAPP contro organizzazioni, associazioni, giornalisti e ricercatori scientifici. Questa strategia comporta che i soggetti colpiti si trovino talmente assorbiti dalla propria difesa legale e dal reperimento delle risorse finanziarie necessarie, da dover limitare drasticamente la propria partecipazione al dibattito pubblico. Di fatto, quindi, si tratta di uno strumento per silenziare le critiche e il dissenso nei confronti di soggetti con grande disponibilità economica – come aziende o istituzioni.
La proposta legislativa identifica come bersagli privilegiati delle cause intimidatorie diverse forme di espressione pubblica, tra cui la partecipazione a manifestazioni, la pubblicazione di articoli o studi scientifici, e la condivisione di contenuti sui social network. Il disegno di legge riconosce esplicitamente che tali azioni legali risultano “idonee a compromettere il libero processo di formazione dell’opinione pubblica”.
L’analisi ministeriale evidenzia come l’obiettivo delle cause SLAPP consista nell’impedire ai soggetti interessati di “fare uso pratico della libertà di espressione e di stampa garantita dai diritti fondamentali”.
Le cause SLAPP costeranno di più a chi le intenta
Il sistema di protezione proposto prevede l’introduzione di specifici meccanismi economici finalizzati a scoraggiare il ricorso a cause intimidatorie. Qualora un tribunale riconosca la natura abusiva di un ricorso, la normativa consentirebbe l’applicazione di ostacoli procedurali per il ricorrente, inclusa l’imposizione di tasse processuali più elevate.
La struttura degli incentivi economici si articola inoltre attraverso l’obbligo per i ricorrenti di rimborsare ai convenuti i costi sostenuti per la difesa legale in misura maggiore rispetto alla disciplina ordinaria. Questa modifica rappresenta un elemento centrale del sistema deterrente, poiché trasferisce una parte significativa del rischio economico sui soggetti che intentano cause palesemente infondate. Il disegno di legge prevede anche l’introduzione di garanzie finanziarie che i ricorrenti potrebbero essere obbligati a fornire per coprire i costi previsti dei convenuti.
Sul piano della trasparenza processuale, la proposta include la pubblicazione in forma anonima delle decisioni in seconda e terza istanza, creando un precedente giurisprudenziale utile per l’identificazione e il contrasto di future cause intimidatorie. Parallelamente, il sistema prevede l’accelerazione dei procedimenti giudiziari per ridurre l’effetto dilatorio tipico delle querele temerarie.
Difendere il giornalismo critico e la scienza
L’iniziativa legislativa si inquadra in una strategia più ampia di tutela del pluralismo informativo e della libertà di ricerca scientifica. Come evidenziato dalla Ministra Hubig, “il giornalismo critico, l’impegno scientifico e civile sono fondamentali per la nostra democrazia”. La protezione si estende quindi specificamente a quei soggetti che, per la natura del loro lavoro o del loro impegno civile, si trovano esposti a pressioni da parte di organizzazioni dotate di maggiori risorse economiche. Si può pensare, per esempio, alle organizzazioni non governative attive nella tutela ambientale o dei diritti umani che si trovano a fronteggiare azioni legali intimidatorie da parte di multinazionali o altri soggetti economicamente influenti.
La riforma mantiene inalterato il diritto di ricorso, preservando le garanzie processuali fondamentali dell’ordinamento giuridico tedesco. Tuttavia, introduce un sistema di controlli e bilanciamenti specificamente calibrato per prevenire l’abuso degli strumenti processuali a fini intimidatori.
Il processo di approvazione della nuova normativa non è ancora iniziato: la proposta richiederà, naturalmente, l’approvazione del Consiglio dei ministri prima del passaggio al Bundestag. La procedura include una fase di consultazione pubblica che si estenderà fino ad agosto, durante la quale le associazioni interessate potranno esprimere le proprie osservazioni sui contenuti della proposta.