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Germania: i Verdi respingono il pacchetto finanziario da 500 miliardi

Fumata nera sul pacchetto finanziario proposto da CDU/CSU ed SPD: i Verdi lo hanno rifiutato, almeno per ora. I leader dei partiti cercano un’intesa, ma il tempo a disposizione è limitato. Lunedì sera si è svolto un incontro di circa 90 minuti tra rappresentanti di CDU, CSU, SPD e Verdi presso il Bundestag. Presenti Friedrich Merz (CDU), Alexander Dobrindt (CSU) e Lars Klingbeil (SPD), insieme alle capogruppo parlamentari dei Verdi Britta Haßelmann e Katharina Dröge. Nessuna dichiarazione è stata rilasciata in merito ai contenuti o all’atmosfera dell’incontro.

I Verdi insistono sulla riforma del freno al debito

La leadership dei Verdi aveva già espresso la propria contrarietà all’attuale formulazione del pacchetto finanziario per difesa e infrastrutture. Tuttavia, il partito non ha escluso del tutto la possibilità di ulteriori negoziati. Dröge ha suggerito che la convocazione del nuovo Bundestag sarebbe la soluzione più adeguata, pur rimanendo aperta a decisioni rapide se necessario. I Verdi insistono su una riforma generale del freno al debito, posizione condivisa anche da Die Linke.

Se il pacchetto finanziario non venisse approvato, CDU/CSU e SPD non avrebbero le risorse necessarie per proseguire con i colloqui esplorativi e successivamente i negoziati di coalizione previsti per giovedì. Le forze politiche coinvolte avevano precedentemente concordato di allentare il freno al debito per incrementare la spesa per la difesa e istituire un fondo speciale di 500 miliardi di euro per le infrastrutture. Le modifiche costituzionali dovevano essere presentate giovedì e approvate dal Bundestag uscente il 18 marzo – proprio per questo è essenziale l’appoggio dei Verdi, il cui voto, nel Bundestag attuale, sarebbe sufficiente a raggiungere la maggioranza richiesta.

CDU ottimista

Il parlamentare della CDU Thorsten Frei si è mostrato fiducioso sulla possibilità di un’intesa con i Verdi, sottolineando la necessità di trovare un punto d’incontro tra le parti. Frei ha assicurato che il fondo speciale per le infrastrutture sarà destinato esclusivamente a investimenti che accrescano il valore dello Stato.

Dal canto loro, i Verdi accusano CDU/CSU ed SPD di voler impiegare il pacchetto di debiti per finanziare misure politiche come la pensione per la maternità, la riduzione dell’iva sulla ristorazione, un’indennità più elevata per i pendolari e sussidi permanenti per il gasolio agricolo – ovvero tutte le misure proposte nel documento preliminare della coalizione che risulterebbero, inevitabilmente, più popolari. Felix Banaszak dei Verdi ha dichiarato che il partito si è concesso una settimana per verificare la possibilità di un’intesa più ampia.

I verdi chiedono proposte e fondi per la tutela ambientale, Die Linke disponibile a discutere il freno al debito

Dal punto di vista dei contenuti, i Verdi chiedono proposte dettagliate e finanziamenti per la tutela ambientale. Per quanto concerne la difesa, insistono sulla necessità di attribuire maggiore rilevanza ai servizi di intelligence. Inoltre, propongono che la spesa per la difesa sia esentata dal freno al debito solo oltre la soglia dell’1,5% del PIL, mentre CDU/CSU e SPD vogliono fissare il limite all’1%. Un compromesso possibile potrebbe consistere nella separazione delle proposte su infrastrutture e difesa, dal momento che i Verdi hanno criticato il tentativo di CDU/CSU e SPD di presentare un’unica proposta di legge in materia.

Die Linke, i cui voti potrebbero risultare decisivi nel nuovo Bundestag, si è detta disponibile a discutere sull’abolizione o la modifica del freno al debito. Heidi Reichinnek, co-leader del gruppo parlamentare del partito, ha accolto con favore la posizione dei Verdi, che non sostengono l’approccio di CDU/CSU e SPD.

Pur rimanendo contrario a un significativo aumento della spesa per la difesa, Die Linke non esclude la partecipazione a un’eventuale riforma del freno al debito. Reichinnek ha evidenziato che una revisione generale permetterebbe di investire in settori quali edilizia, sanità e istruzione, lasciando al Bundestag la decisione sull’impiego specifico delle risorse tramite il bilancio.

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