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AfD in Sassonia è ufficialmente un’organizzazione di estrema destra

Il Tribunale amministrativo superiore della Sassonia ha confermato la legittimità della classificazione della sezione locale di AfD come formazione di estrema destra da parte dell’Ufficio per la Protezione della Costituzione. La corte ha respinto il ricorso contro la decisione del Tribunale amministrativo di Dresda, che aveva a sua volta un ricorso d’urgenza di AfD contro questa categorizzazione lo scorso luglio.

Secondo il Tribunale amministrativo superiore, la parte ricorrente non ha sollevato obiezioni né riguardo alle constatazioni fattuali né alle conclusioni giuridiche del tribunale di primo grado, indicando che le prove e le argomentazioni presentate sono state considerate solide. Nella delibera dell’anno scorso, il tribunale ha dichiarato che vi erano “sufficienti indicazioni fattuali” che il partito stava perseguendo sforzi “diretti contro la dignità umana di alcuni gruppi di persone” e “contro il principio della democrazia”. La pronuncia è definitiva, non essendo previsti ulteriori gradi di giudizio, rendendo la decisione vincolante e non ulteriormente impugnabile.

La decisione si inserisce in un più ampio dibattito nazionale sulla natura e sul ruolo di AfD nel sistema politico tedesco, con diverse sezioni locali del partito oggetto di attenzione da parte degli organi di sicurezza interna in ragione di presunte tendenze anticostituzionali.

La stessa sorte era già toccata alle sezioni locali della Turingia e della Sassonia Anhalt, oltre che ad alcune sezioni della Junge Alternative, quella che, fino all’ultimo congresso nazionale, era l’associazione giovanile di AfD e dalla quale ora il partito si è staccato.

Che cosa succede quando l’ufficio per la protezione della Costituzione riconosce un’organizzazione come “sicuramente di estrema destra”?

L’Ufficio per la protezione della Costituzione utilizza le categorie di “sospetto” e “confermato” estremismo per autorizzare attività di monitoraggio delle organizzazioni che si sospettano interessate a sovvertire l’ordine costituzionale democratico. Tali attività possono avvalersi dei servizi dell’intelligence, per esempio reclutare informatori, monitorare conversazioni, etc. Dal momento che tale monitoraggio può infrangere il diritto alla privacy che normalmente è riconosciuto a tutti i cittadini, all’Ufficio viene sempre richiesto di rispettare il principio di proporzionalità. Questo vuol dire che, fra tutti i mezzi efficaci per prevenire una presunta o prevista minaccia, le autorità devono usare sempre il meno invasivo. Naturalmente, questi concetti sono oggetto di valutazioni relative e non assolute.

Proprio per questo è importante la differenza di classificazione fra casi di estremismo “sospetto” e “confermato”: nel secondo caso, infatti, tendono a essere ammesse più misure o misure più impattanti. Ancora più difficili sono i casi in cui il monitoraggio si estende ai membri eletti del Parlamento. Nel 2013, infatti, la Corte costituzionale federale ha stabilito che l’osservazione di un parlamentare da parte delle autorità costituisce un’interferenza particolarmente grave con il suo libero mandato ed è ammissibile solo in casi eccezionali.

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